Alessandro Austini [email protected] Com'è strano il ...
Ora guai a chi lo tocca. Per Amantino parlano i numeri: sei gol realizzati nelle ultime dieci partite ufficiali, spesso decisivi come quello da tre punti segnato al Palermo, o la splendida «bicicletta» stile-Lione di Bergamo bissata martedì sera contro la Sampdoria in coppa Italia. È lui l'uomo più importante del 2008 giallorosso, con quattro reti e una continuità di rendimento da far spavento. Sarà ancora Mancini il protagonista nei pensieri della Roma per i prossimi mesi: se fino a un mese fa la sua cessione era invocata da buona parte della piazza, ora scaricarlo a cuor leggero diventa operazione più complessa. La società ha (aveva) in mente un progetto preciso: il brasiliano ceduto a giugno e rimpiazzato da un altro attaccante esterno, preferibilmente più sorridente e incisivo sotto porta. Uno alla Mutu per intenderci, oppure quel Di Natale che prima o poi da Trigoria dovrà passare. Ma perché non tenersi un Mancini così devastante? La risposta positiva dovrà passare per una trattativa ancora complessa. Neanche il «nuovo» Mancini avrebbe cambiato di molto le idee di Spalletti e dirigenti: dal quartier generale giallorosso escludono rilanci per arrivare alla firma sul rinnovo di contratto. In sostanza, il tetto salariale non può essere sforato per lui come accadrà invece per De Rossi. Il 15 gennaio, nell'ultimo maxi-vertice di Villa Pacelli, la Roma e il giocatore si erano lasciati con una promessa: comunque andrà a finire, sceglieremo la soluzione migliore per entrambi. Che quel giorno sembrava già scritta: cessione a giugno. Ed è ancora questa l'ipotesi più accreditata da radio-mercato. Tra venti giorni tornerà in Italia il manager del brasiliano, Gilmar Veloz, «con cui ora abbiamo un rapporto stupendo - sottolinea la Sensi - noi saremmo felici se il giocatore restasse qui». Appunto. Anche il giocatore, ai suoi «confidenti», continua a ripetere da un po' di tempo che il suo obiettivo è quello di firmare il rinnovo. Secondo qualcuno il nuovo amore che Mancini ha trovato nella Capitale (non è Manuela Arcuri) avrebbe inciso parecchio sulla sua volontà, ma come sempre l'aspetto economico farà la differenza. La Roma ha offerto all'esterno lo stesso contratto di Mexes: due milioni e mezzo di euro più i premi. Questi ultimi rappresentano il nodo principale da sciogliere per arrivare ad un accordo: Mancini li vorrebbe relativi solo alle sue prestazioni (gol, presenze, etc.) per garantirsi un milione extra all'anno, mentre la società preferisce legarli anche agli obiettivi raggiunti dalla squadra. E poi c'è una clausola rescissoria da stabilire: le parti non hanno trovato un'intesa sull'importo. Inter e Lione osservano interessate, Spalletti pure. Nel frattempo gli basta che Mancini continui a produrre «tanta roba» sul campo.