Un trofeo al quale

Avrebbe voluto, il tecnico, mettere in campo la formazione migliore, ma deve fare i conti con l'indisponibilità dei tre centrali di difesa, Juan ai box, Mexes e Ferrari squalificati, sostituti affidabili, per esperienza e forma, Cassetti e Panucci. Qualche dubbio per il centrocampo che ritrova De Rossi, insostituibile interprete della doppia fase, in corsa Aquilani, Perrotta, Pizarro, Taddei, Giuly, non c'è da strapparsi i capelli. Salterà anche questo anelato, almeno a parole, appuntamento romano, Antonio Cassano. Sarà forse in tribuna, personalmente ritengo auspicabile che il popolo romanista non infierisca, preferendo magari tenere vivi nella memoria quei duetti con il capitano che avevano trasciato all'entusiamo la curva giallorossa, prima di una separazione non indolore. Un applauso varrebbe molto di più rispetto a uno di quei ridicoli terzi tempi da ring pugilistico. L'attenzione va dedicata al sostegno convinto del quale la squadra avrà bisogno, contro una rivale sorretta da un felice momento di vena, la Capitale potrà perfino sognare una finale stracittadina, nell'episodio unico dello Stadio Olimpico.