Pistorius: «Non cambio le mie protesi»
E presenterà ricorso contro la sentenza. «Non credo proprio che ce ne sia bisogno - ha osservato a margine di un incontro organizzato dalla Gazzetta dello Sport - In America, i diversi esperti che abbiamo contattato non sono assolutamente d'accordo con i risultati degli studi condotti dalla Iaaf. Non voglio partire avvantaggiato. Se le protesi mi agevolassero in maniera irregolare, chiederei di modificarle. Ma, non essendo un tecnico, mi sono rivolto ad alcuni studiosi americani e questi esperti non sono d'accordo con le conclusioni dello studio effettuato all'Università di Colonia dal professor Gert-Peter Brueggemann». Il luminare tedesco, interpellato dalla stessa Iaaf, ha stabilito che le protesi in fibra di carbonio garantirebbero al corridore sudafricano - nato privo di talloni, malformazione che lo costrinse, all'età di undici mesi all'amputazione di entrambe le gambe - un vantaggio competitivo consentendogli di risparmiare energia rispetto ai rivali a parità di velocità. «Queste protesi - ha aggiunto Pistorius - esistono da una decina d'anni, dal 1997, e ogni anno la società che le produce ne prepara migliaia. Vengono utilizzate da atleti di ogni sport e a tutti i livelli. Non ha senso cercare di trovare un compromesso con la Iaaf, in modo da avere un eventuale via libera nelle competizioni con i normodotati. Io ho già uno svantaggio - ha concluso Pistorius - e con le protesi non ottengo un vantaggio particolare. Il sudafricano, nato nel novembre del 1986, è campione paralimpico nel 2004 ed è soprannominato «the fastest thing on no legs», ovvero «la cosa più veloce al mondo senza gambe». Attualmente è detentore del record del mondo sui 100, 200 e 400 metri piani e corre grazie a particolari protesi in fibra di carbonio. Con le sue protesi, però in quel caso imbottite, in passato ha giocato anche a rugby.