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Sono giovani e devono essere lasciati crescere

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Ammaestrato da un'esperienza traumatizzante come quella relativa a Moggiopoli, l'armata del tifo (nerazzurri esclusi) teme che possa ripetersi un film già visto, ignorando una serie di considerazioni imposte dalla logica. Alla guida della prima schiera arbitrale c'è Pier Luigi Collina: lo stesso che, da numero uno del mondo, il potere occulto aveva relegato ai margini perché rifiutava di arruolarsi nella legione di chi truccava le carte. Il nuovo designatore ha dovuto mettere in campo una squadra giovane, pescando nelle categorie inferiori, una volta che la Serie A era stata «ripulita» dai lacchè della Cupola. Logico che si vada incontro a peccati di inesperienza, che personalmente ritengo siano da catalogare tra gli episodi più o meno fortunati che segnano il destino di quasi tutte le partite di calcio. Situazione profondamente mutata rispetto al passato, quando erano i vertici arbitrali a muovere i fili delle marionette da mandare in giro con un fischietto, consentendo manovre che attualmente dovrebbero essere impraticabili, al di là di qualche residuo di suggestione, non di sudditanza, che però riguarda altre squadre di prima schiera, non soltanto una privilegiata. Nel riesaminare la serata del Meazza, sarà facile convenire come gli errori più vistosi di Gervasoni e soprattutto degli assistenti consistano nel rigore negato al Parma e nelle mancate sanzioni nei confronti di Ibra. Poi c'è stato il giallo del rigore, ancora invocazioni alla moviola, la stessa che nel dopopartita non è riuscita a mettere d'accordo nessuno dopo innumerevoli replay. Vero che in questo momento la nostra classe arbitrale è scesa di livello, ma è giiusto darle il tempo per crescere. E poi, quando dettavano legge i cellulari, erano le squadre rivali della Juve ad essere perseguiitate, non vedo atteggiameti di questo genere a vantaggio dell'Inter. Altri tempi, altri scenari, la Roma era, negletta, all'opposizione, adesso Rosella Sensi ha la vicepresidenza della Lega. Portiamo pazienza, già è confortante che alle designazioni si dia una rapida occhiata, sperando nella felice ispirazione dell'interprete scelto, una volta la lettura era resa agghiacciante: nomi che già anticipavano una sentenza.

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