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Valentina Lo Russo È lo specchio ...

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Danza sportiva. È questa la sua denominazione dal 1995 mentre in Italia dal 1997 con la nascita della Federazione Italiana Danza Sportiva riconosciuta dal Coni. Tale disciplina ha una storia lunghissima nel campo delle danze di coppia che comprendono i principali balli delle diverse parti del mondo. In veste olimpica la danza sportiva ha coinvolto anche le forme artistiche. Dalle latino americane (Samba, Cha Cha Cha, Rumba) al genere Standard (Valzer Inglese, Valzer Viennese, Tango) a quelle argentine (Vals, Milonga) passando per il Jazz (Rock'n Roll, Rock acrobatico, Boogie Woogie, Swing) per il liscio (Mazurca, Valzer, Polka), fino alle piu tradizionali danze accademiche (classica, moderna, contemporanea). E tanto altro ancora. Impossibile soffermarsi su tutte perciò ci occuperemo di quei balli che nell'ultimo decennio sembrano aver catalizzato l'attenzione di giovani e meno giovani. Le cosiddette danze caraibiche. Chi di noi non si è lasciato almeno una volta trascinare dall'euforia di una salsa, un mambo, un merengue, o dal ritmo inconfondibile di una bachata? Difficile immaginare un'alzata di mano. Da non confondere con i balli prettamente sudamericani, le danze caraibiche si distinguono per la loro semplicità. A caratterizzarle sono i continui ancheggi che sottolineano il motivo musicale e la ritmicità del ballo. Ovvio, non basta ancheggiare per definirsi un ballerino, ma di certo saper dimenare morbidamente e a tempo di musica le proprie anche, costituisce un'ottima base di partenza. Dietro a questi balli un po' sfrenati c'è tanta preparazione e una forte componente agonistica. Per raggiungere un buon livello ci vuole talento, allenamento e anche un' attenzione particolare al look. Perché prima di tutto bisogna piacere al pubblico. L'atleticità che si fonde con il senso dell'arte e del bello. Questo in fondo è la danza.

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