Marco Grassi Oscar Pistorius non ...
E va talmente veloce che si era messo in testa di voler sfidare gli atleti di tutto il mondo sul palcoscenico più importante: le Olimpiadi che si terranno quest'anno in Cina. Lui con le protesi contro chi invece può contare sulle proprie gambe: una sfida affascinante, di cui abbiamo avuto un saggio all'ultimo Golden Gala a Roma, allorquando Pistorius corse una prova dei 400 metri arrivando secondo. Il problema sono proprio le protesi: secondo uno studio della IAAF (la federazione internazionale di atletica leggera), le «cheetas» darebbero al 21enne sudafricano un rilevante vantaggio rispetto agli atleti che non le usano: Pistorius risulta in grado di tenere le stesse velocità degli altri, ma facendo oltre il 30% della fatica in meno. Appellandosi all'articolo 144.2 del suo regolamento («» vietato l'impiego di ogni elemento tecnico che garantisca un vantaggio sugli atleti che non utilizzano lo stesso strumento»), la IAAF ha deciso che Oscar non potrà partecipare alle Olimpiadi. Lui annuncia un ricorso al TAS (Tribunale di Arbitrato Sportivo). La situazione è quantomai spinosa: a rigor di logica, se Pistorius trae effettivamente un vantaggio dall'uso delle protesi, è giusto che non possa competere con gli atleti che non sono nelle sue condizioni, in quanto si contravverrebbe alla regola per cui tutti devono lottare ad armi pari. D'altro canto, la presenza ai Giochi del sudafricano avrebbe rappresentato un segnale e un incoraggiamento senza pari per chi soffre di simili problemi. Ma si poteva chiudere un occhio andando a scapito della regolarità delle gare? Resta l'amarezza di Pistorius e anche quella di Luca Pancalli, presidente del Comitato Paralimpico Italiano, che così ha commentato: «Il procrastinarsi della decisione ci aveva dato qualche speranza, la delusione è grande: non avrei mai immaginato di svegliarmi un giorno ed apprendere che un ragazzo senza gambe è avvantaggiato». C'è grande amarezza anche da parte di Peet Van Zyl, l'agente di Pistorius: «Sentiamo di dover ricorrere contro questa decisione, tocca a noi dimostrare che non trae alcun vantaggio dalle sue protesi». Inoltre la sentenza della Iaaf, che ha escluso l'atleta sudafricano biamputato alle gambe, è basata su valutazioni non corrette, secondo Daniele Bonacini, ingegnere e amministratore unico di «Roadrunnerfoot», società specializzata nella progettazione e realizzazione di piedi in carbonio in Italia e nel Terzo mondo. Solidarietà dal pilota Zanardi: «Sono perplesso e dispiaciuto. La Iaaf ha negato a Pistorius il diritto di dimostrare di essere un possibile campione alla Carl Lewis». Appuntamento alla prossima puntata, per ora Pistorius non potrà fare le Olimpiadi.