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Ribalta obbligata per lo spettacolo ...

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Effettuate le verifiche tecniche, si è accertato che nel bolide di formula uno pilotato da Roberto Mancini non esiste il pedale del freno. Ancora una trasferta insidiosa, ma al Siena rimangono soltanto gli sterili elogi per una partita giocata con autorità di fronte alla prima della classe. Che potrebbe chiudere l'andata, il Parma in visita al Meazza, a quota quarantanove. Alle spalle, comprensibile aria di rassegnazione, ci proverà ancora la Juve libera dai vincoli degli impoegni europei, ci proverà soprattutto la Roma, ma per ora non si scorgono segni di disagio da parte della capolista nel suo maestoso incedere verso il terzo scudetto consecutivo, il secondo non inquinato dalle carte bollate. Al solito, recita sontuosa di Ibrahimovic, due centri e tanta sostanza, se Cambiasso comincia anche a far gol sono cartacce per chi insegue con la lingua di fuori. Tutto sembra propiziare il buonumore di Roberto Mancini, ci si mette anche Adriano che da San Paolo ostenta la ritrovata allegria, normale che l'atmosfera delle discoteche milanesi inducesse alla malinconia e alle riflessioni esistenziali. La seconda fascia di classifica esalta Udinese e Fiorentina, friulani bravi a vincere in inferiorità numerica, viola anche fortunati a Parma, ingenuo fallo da rigore per la doppietta di Mutu, ex fischiatissimo e legittimamente vendicativo. Tra i personaggi della domenica, posto d'onore per Antonio Cassano, forse davvero un patrimonio recuperato per il calcio italiano, anche se le promesse di saggezza rimangono (vedi lite con Amauri) tutte da verificare. Nella parte bassa della classifica brutto passo falso della Lazio, penalizzata però da un clamoroso abbaglio arbitrale sul rigore inesistente del pareggio genoano. Allarme per Delio Rossi, organico da adeguare nonostante l'addio all'Europa. Non decolla il Torino, abbattuto da un Livorno rigenerato dal cambio di guida tecnica, sicuramente la sorpresa positiva più rilevante di questo primo scorcio di stagione.

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