dall'inviato DETROIT Mentre i colossi dell'Auto ...
700euro. Possibile? Sì, se all'auto che dovrà rimettere in moto il Paese di Ghandi, è stato tolto praticamente tutto tranne ruote e motore. La Nano è infatti l'estremizzazione del concetto di «economia» applicato a un'automobile. Se fosse una moto sarebbe probabilmente una «naked», ma trattandosi di una quattro ruote ci ritroviamo di fronte a una vera e propria rivoluzione pensata per un mercato ancora in fasce ma che ha un potenziale futuro impressionante. Cinquantotto milioni possibili acquirenti da qui ai prossimi dieci anni, per una vettura chiamata a svolgere quello che nel nostro Paese fecero, nell'immediato dopoguerra, la 600 prima e la 500 poi. Prezzo di listino stabilito a 100 mila rupie (1 Lahk equivalente di 2500 dollari, pari a 1705 euro), grande orgoglio di Ratan Tata, patron della casa automobilistica che non fatica a definirla «un sogno che si avvera». «Ho realizzato un sogno che avevo fatto dieci anni fa - ha raccontato l'imprenditore al salone di Delhi - quello cioè di realizzare un prodotto indiano per il popolo indiano che sta iniziando ad essere conquistato dall'automobile: ma che in molti casi non può permettersene una. Ho pensato così di realizzare un'automobile per le classi meno abbienti che potranno lasciare le due ruote (molte delle quali a pedale) per passare alle quattro». Come è fatta? Motore bicilindrico posteriore da 650 in grado di erogare fino a 35 cavalli, non c'è il cambio ma un sistema di trasmissione variabile a cinghia (ricordate i vecchi motorini Piaggio?). Il resto è poco o nulla, anche se c'è tutto l'indispensabile... Quattro porte, un solo tergilunotto anteriore e strumentazione ridotta all'osso: tachimetro, contachilometri e spia del carburante. Nessun fronzolo (le ruote non hanno per esempio le borchie che coprono i cerchi) e comodità minine: abbastanza comunque per chi lascia una bici per salire su un'automobile «vera». Minima anche la velocità di punta che arriverà attorno agli 80 km/h. Il pronostico di vendita è di 250 mila nel primo anno, primo gradino per una scalata che può far diventare quello indiano il terzo mercato mondiale nell'arco dei prossimi tre lustri. I grandi costruttori europei stiano però tranquilli, perché difficilmente la Nano riuscirà a sbarcare nel Vecchio Continente: troppi vincoli (crash test ed emissioni varie), troppo dura la vita sulle nostre strade per una micro-car che adesso comunque ha ben altro a cui pensare. Tiz. Car.