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Gli alpini alla conquista dell'Antartide

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Al campo base i nostri si sono ritrovati con altri tre alpinisti, lì giunti in aereo da Patriot Hills, dove altri trenta sono in attesa di una schiarita che consenta anche a loro di raggiungere il campo base in aereo per tentare poi la salita al Vinson. Trecentocinquanta chilometri percorsi con ritmi eccezionali, trascinando dietro ciascuno una slitta con 75 chili di materiali. Temperature che variano dai meno 30 ai meno 15 con un fote vento che spazza il pack e alza nuvole di ghiacchio misto a neve. Nove ore al giorno di marcia questo il ruolino dei quattro alpini impegnati nella spedizione scientifico-alpinistica in Antartide organizzata dal Centro Addestramento alpini di Aosta e patrocinata dalla Regione autonoma Valle d'Aosta, dal Ministero della Difesa e da numerose aziende private. La tappa di arrivo al campo base è stata effettuata in condizioni di visibilità quasi nulle, affidandosi pressochè completamente al GPS. «Le condizioni del tempo continuano ad essere pessime - spiega il colonnello Federico Pognant del Centro alpino di Aosta che tiene i contatti con la spedizione - i nostri alpinisti prevedono di sostare due giorni al campo base attendendo migliori condizioni per affrontare la salita. Tutti godono di ottima salute ed il morale è comprensibilmente alto» La tappa di avvicinamento al campo base di Monte Vinson è stata particolarmente sofferta come hanno raccontato nel sito che segue la spedizione giorno per giorno. Un seracco insuperabile ha costretto il capo spedizione ad optare per l'itinerario alternativo, più lungo e con più «way points» da seguire. Poi difficoltà legate al terreno, hanno consigliato al capo spedizione di ritornare al percorso indicato come n.1. «Questo non ha impedito ai nostri di rispettare quanto pianificato, ovvero di portarsi ad una tappa dal campo base - spiega Pognant - Essi infatti hano bivaccato sul way point n. 33». La notte di San Silvestro c'è stato anche il tempo per fare gli auguri di «Buon Anno 2008» agli italiani in collegamento con il Tg3. I quattro alpini sono ora al campo base. «Una sosta per ristorarsi e scambiare quattro chiacchere. Quandi si tira la slitta non si riesce a dialogare molto» scherzano i quattro alpini raggiunti con il satellitare laggiù nel sud del mondo. Dopo 13 giorni di tenda dove si doveva vivere poco più che raggomitolati, il poter consumare pasti caldi seduti e il potersi muovere liberamente in piedi, rappresentano un notevole aiuto al ricupero psico fisico. «L'impegno fisico è stato molto forte e, soprattutto nelle ultime due tappe, il terreno fortemente seraccato ha richiesto sforzi elevatissimi» raccontano gli alpini sul loro sito. Una spedizione che entrerà nel guinness dei primati ma soprattutto sarà un'altra gloria del Centro Addestramento Alpini di Aosta. La spediazione rientra nel normale ciclo addestrativo. «Questo tipo di missioni iniziò nel 1973 con la scalata dell'Everest poi c'è stato un gap di 15 anni - spiegano al Centro alpini di Aosta - e ora sono riprese e questa dell'Antardide è senz'altro la sfida più emozionante». Non solo arrampicate ma marcia sul pack per i quattro alpini partiti a metà dicembre dalla base di Patriots Hills. E domani, tempo permettendo l'ultimo sforzo fino alla cima di Monte Vinson, una montagna di 4897 dove sventolerà il tricolore.

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