Fabrizio Fabbri Cosa altro deve ...

Nell'88-85 che promuove la Scavolini trascinata dall'ex Myers (21 per lui) c'è tutto il voglio ma non posso che è oggi filosofia di un gruppo comunque mai disposto a lasciare un centimetro agli avversari. Ma in una rotazione di nove uomini, di cui due a mezzo servizio come Tonolli ed Ukic, non può esserci sguardo verso il futuro che vada oltre l'immediato. Che racconta della seconda sconfitta in campionato e di un calendario che già il 30, contro La Fortezza Bologna, chiederà un nuovo sforzo al gruppo in affanno prima di mettere il 3 gennaio la Virtus di fronte ad un bivio decisivo in Eurolega contro il Fenerbahce. Peccato. Perché nella stagione in cui alle spalle di Siena (che intanto sta facendo allenare Romero per non far affaticare Stonerook...)c'è il vuoto. Nel difficile tardo pomeriggio pesarese la Virtus ha in parte mostrato quali potrebbero essere le sue potenzialità se rafforzata a dovere. Non dovrebbe certo essere Gabini, seppure sempre positivo, l'ala titolare di chi pensa in grande e l'Ukic sempre titubante per quell'adduttore malandrino che lo tormenta da mesi e che ora lo rende uno qualunque avrebbe avuto bisogno che oltre all'ormai convincente Giachetti, ennesimo merito di Jasko, un'altro esterno lo sollevasse dalle ambasce. Sfolgora ancora Lorbek (21 punti, 4 rimablzi), a cui però ancora non è stato fatto firmare quel prolungamento che sarebbe atto di buona volontà ed in mancanza del quale si rischia di veder volare via a fine stagione uno dei talenti più cristallini di questa squadra. Ma Il cuore di Roma, quello non manca, non è bastato. Myers, i muscoli di Slay e Pasco, e la maggior freschezza della Scavolini hanno frenato la voglia della Virtus. Che merita, assieme alla sua gente, quel rispetto, per il disperato tentativo di recupero nel finale fermatosi ad un a passo dello striscione d'arrivo, che qualcuno evidentemente non vuole riconoscerle.