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Sara Pettinelli, 20 anni, atleta ...

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Cosa significa per una azzurra poter disputare il Sei Nazioni? «È un traguardo importantissimo, frutto del lavoro di anni. Un'esperienza che mi ha dato moltissimo anche se non in termini di risultati. Il mio ricordo più bello è la partita giocata in Inghilterra a Twikenam, nel tempio del rugby. La mia prima volta come titolare. Abbiamo sfiorato la vittoria con l'Irlanda ed è stata un'emozione unica». Che aspettative ha per il prossimo Sei Nazioni? «Faremo sicuramente meglio. L'anno scorso non abbiamo vinto neanche una partita ma il gruppo sta migliorando e si sta facendo sempre più competitivo. Sono convinta che anche se non porteremo a casa molte vittorie, ci saranno partite combattute e ci faremo valere». Come vive la situazione del rugby femminile che fatica a emergere? «Siamo felici e orgogliose del percorso dei nostri ragazzi. Un po' dispiace che non ci sia lo stesso risalto, ma come si sa questo dipende dai risultati. Noi non siamo professioniste, almeno sulla carta». Ma oltre al rugby, lei ha altre passioni. «Mi sono laureata da poco in metodologia e critica dello spettacolo ma mi interessa molto il giornalismo e ho iniziato a scrivere di rugby. Mi piacerebbe lavorare nel mondo dello sport che più amo». V.L.R.

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