Tiziano Carmellini [email protected] ...
Impossibile ridurre tutto a un numero, ma le coincidenze saltano agli occhi quando si scrutano i numeri, almeno quelli recenti, della squadra di Spalletti seconda in classifica. Cinque i punti di distacco dall'Inter capolista che continua a non perdere un colpo e macinare vittorie tanto in casa quanto in trasferta. Il dato confortante, in questo senso, è che lo scorso anno a questo punto la Roma era sempre dietro all'Inter ma di sette lunghezze. Cinque i pareggi della Roma nelle prime quindici giornate di campionato. Gli uomini di Spalletti hanno raccolto un solo punto due volte all'Olimpico, tre in trasferta. Cinque le rimonte subite dai giallorossi, tutte per altro nelle gare pareggiate fin qui con Juventus, Fiorentina, Napoli, Empoli e Livorno. Cinque le reti subite in trasferta e tutte nei tre viaggi che la Roma ha fatto in Toscana: terra d'origine del tecnico giallorosso e probabilmente proprio per questo stregata. E infine cinque i gol subiti nei cinque (ebbene sì...) minuti successi a un gol realizzato: vedi le partite con Fiorentina, Napoli, Udinese, Sporting e Livorno appunto. Ma numeri a parte la Roma Livorno ha dimostrato qualche limite che fin qui era passato forse inosservato. È idea comune e verità assoluta, che la squadra di Spalle sia una di quelle in grado di esprimere il calcio migliore. ma è altrettanto vero che forse proprio per questo non riesce a cambiare in corsa il suo atteggiamento e a diversificare il modo di stare in campo e di attaccare gli avversari. Contro il Livorno la Roma ha giocato a modo suo, palla al piede, cercando di entrare in porta col pallone contro una difesa schierata: praticamente impossibile o comunque difficilissimo. «Alla Roma manca uno come Lucarelli. Gli manca un giocatore bravo di testa come Cruz, Toni o Cristiano Lucarelli. A Livorno con uno di questi giocatori vincevamo a mani basse, speriamo che Rosella mi stia sentendo». Tuona un l'ex di lusso Graziani (intervenuto a Core de sta città)che sembra aver trovato proprio nell'assenza di un bomber il male principale di questa Roma. Dimenticando come la squadra di Spalletti sia tutt'altro che una squadra in crisi, ma saldamente al secondo posto dietro un'Inter che in campionato non sbaglia un colpo da ormai due anni. Ma la Capitale è anche questo e già sull'etere romano si fanno processi e la frenata di Livorno assume aspetti a dir poco grotteschi. «La Roma ha disimparato a tirare in porta» ha sentenziato ieri Verdone tifoso doc giallorosso. E, con tutti i «se» e i «ma» del caso, la cosa ha probabilmente un fondo di verità e il chiacchiericcio dei tifosi non si allontana mai troppo dalla verità: ma buttare via tutto dopo queste quindici giornate, è davvero troppo.