Una doppietta «gigante»
Il podio è stato completato dallo statunitense Ted Ligety (quarto Raich, quinto lo svizzero Albrecht che resta in testa alla classifica generale di coppa), mentre il francese Fanara, dominatore della prima manche, ha commesso un grave errore nella seconda compromettendo così la sua corsa verso il successo. Buon per gli azzurri, già splendidi nella prima prova quando il posto d'onore era occupato da Moelgg, salito poi per la prima volta in carriera sul podio tra le porte larghe. «Sono molto contento - ha detto Blardone -. La vittoria mi era scappata per 15 centesimi in America, oggi (ieri, ndr) è arrivata per soli 9: questo è lo sci. Sono riuscito a mollare gli sci nella maniera migliore: più forte di così non potevo andare, altrimenti sarei finito addosso agli alberi. Non è certo il modo migliore di sciare: bisognerebbe essere più tondi e precisi, ma oggi bisognava attaccare alla morte su un tracciato velocissimo e io sono riuscito a farlo meglio di tutti. Questi 100 punti mi rimettono in corsa per la Coppa di specialità: quello rimane il mio obiettivo stagionale». Pochi metri più in là, tutta la gioia di Moelgg che oggi parte tra i favoriti in slalom (prima manche ore 10, diretta RaiSat ed Eurosport: Rocca non sarà al via): «È il mio primo podio in gigante. Sono felice, anche se mi spiace per un errore commesso a metà della seconda manche. Faccio i miei complimenti a Max: è importante sapere di essere tra i più forti al mondo, diventa anche più facile allenarsi con i giusti stimoli. In slalom partirò per vincere, come faccio sempre». Meglio di così non sarebbe insomma potuta andare, anche se al termine della prima manche c'era di che incrociare le dita visto quanto accaduto domenica sera a Beaver Creek: anche allora erano infatti gli stessi due azzurri in prima fila a inseguire il leader provvisorio, lo svizzero Cuche. Non erano, infine, arrivati né il successo né il podio: Max e Manni hanno però dimostrato ieri di avere imparato la lezione e di sapere come si fa a tenere alta la concentrazione per due manche intere confermando così la bontà del gigantismo azzurro, un gruppo di gigantisti da anni considerato come il migliore del lotto ma non sempre dimostratosi poi all'altezza delle aspettative.