Assolvo Ballotta Parliamo delle papere di Lotito
Gianluca a quarant'anni ha chiuso, nonostante la voglia di continuare; Marco a quarantatrè è condannato a vigilare nella porta laziale e probabilmente gliela darebbe su volentieri. In fondo, il titolo di «gatto di Casalecchio» - non so quanto ambito - se l'è già guadagnato il suo concittadino, mentre per lui si moltiplicano i dolori e le umiliazioni. Domenica, a Siena, l'ultima «papera» - e gli era anche successo di peggio, con la Fiorentina - che è andata a incastonarsi in una giornata di campionato segnata peraltro da episodi quasi sempre positivi. È toccato anche a me, al Tg2, sottolineare la sua giornata balorda e la parataccia da «colpo di sole» che è costata alla Lazio l'ingiusto pareggio; ma ho precisato «l'incolpevole Ballotta» così come più d'una volta ho citato il vero colpevole della paradossale, fin ridicola situazione: Claudio Lotito. Ha speso una montagna di euromilioni (più di dieci, dicono), il presidente, fra Muslera e Carrizo. Inutilmente. E per una ripicca ha letteralmente regalato al Torino Matteo Sereni, l'unico portiere di qualità che aveva dopo l'abbandono di Peruzzi. Angelo era stato candidato al ruolo di dirigente, non se n'è fatto niente e si è addirittura parlato di un suo ritorno in attività. Se è davvero in forma, Lotito lo richiami, subito, chiedendogli scusa. E il posto di dirigente lo dia a Ballotta. Per dovuto risarcimento.