«Bisogna cancellare
la paura di vincere»
«Ho visto una Roma cinica, ma pensiamo alla prossima partita piuttosto, che sembra facile ma non lo è - ha chiuso la Sensi - intanto si è rivisto il capitano e speriamo possa tornare in campo». Anche a Spalletti gli ultimi minuti non sono andati giù. «Conosciamo le qualità e le difficoltà della nostra squadra - ha detto il mister - non chiudiamo mai le partite. Quando sono rimasti in nove, ci hanno creato problemi perché hanno tenuto un atteggiamento offensivo». Ma in quei momenti cosa succede? Spalletti pensa a problemi di testa e fa autocritica. «Andiamo in blocco psicologico, pensiamo di poter disporre degli avversari che invece tentano il tutto per tutto e ci mettono in crisi. È un aspetto da migliorare, senza dubbio. Ho sbagliato a non far entrare Totti, lui avrebbe fatto gol e messo le cose a posto». Prima si era vista una buona Roma, non eccellente, però il periodo dice questo. Giocare meno bene e vincere a Spalletti non dispiace affatto. «È stata una partita giocata a ritmi altissimi da due squadre dotate di grande qualità. Il gol poteva arrivare da un momento all'altro. L'Udinese è una squadra con delle caratteristiche e delle individualità ben evidenti, non era facile anche perché loro hanno avuto il vantaggio di essersi riposati di più rispetto a noi che abbiamo avuto l'impegno di Kiev. Con l'arbitro? Mi sono lasciato andare un po' troppo, ho chiesto subito scusa». Con Mancini, 51esima sostituzione è tutto a posto. I fischi dell'Olimpico, Cerci in tribuna a sancire un ideale passaggio di consegne. «Abbiamo delle regole, lui si è seduto in panchina, si è dato sicuramente da fare, è stato un po' sfortunato nelle conclusioni». Ma il destino sembra segnato, il futuro di Mancini è all'Inter. O comunque lontano da Roma.