Stati Uniti-Russia: a voi la Davis

Davydenko, al momento, non giocherà. Un confronto che ha solo tre precedenti perché la Russia (ex Unione Sovietica) è tennisticamente molto giovane. Basti pensare che nel 1962, quando i russi hanno giocato la Davis per la prima volta (persero per 5 a 0 contro di noi a Firenze) gli Stati Uniti l'avevano già vinta 18 volte. Nei successivi 45 anni gli americani hanno conquistato la Coppa in altre 13 occasioni ma l'ultima volta è accaduto nel 1995 quanto Pete Sampras, offrendo una delle sue più coraggiose prestazioni, conquistò a Mosca i tre punti del successo. Da quel giorno il tennis russo è cresciuto molto, soprattutto nel settore femminile, ma anche tra gli uomini i progressi, in qualità e quantità, sono stati enormi. La Russia ha vinto la Davis nel 2002 battendo la Francia a Parigi e si è ripetuta l'anno scorso superando l'Argentina a Mosca. Rimane da spiegare come mai negli ultimi 12 anni gli Stati Uniti, il paese tennisticamente più forte del mondo, non abbia più vinto la Coppa. Ci sono molte e diverse ragioni. Nel 1982 c'erano 40 americani tra i primi 100 giocatori del mondo, oggi ce ne sono sette e soltanto tre tra i primi 60. La seconda e più importante ragione è che la formula della Davis, non a caso inventata nel 1900, impedisce che la Coppa sia lo specchio fedele della situazione tennistica di un paese. Da anni propongo con insistenza pari all'inutilità, una formula diversa e più rappresentativa: 6 singolari e tre doppi, due singolari ed un doppio tutti al meglio dei tre set, in ciascuna delle tre giornate. Avrebbero maggiore visibilità giocatori che ora non ce l'hanno, le Federazioni sarebbero obbligate a lavorare più in profondità. Mi dicono che con questa formula vincerebbero sempre i più forti ma io credo che il problema di una formula nasce quando possono andare in finale paesi come la Svizzera (Federer non era ancora esploso) e come la Slovacchia. Mi fermo qui per provare ad analizzare questa finale che gli americani affrontano con uno schema molto rischioso qual'è quello di affidarsi a due singolaristi (Roddick e Blake) ed a due doppisti (i gemelli Bryan) che in singolare non sono competitivi. I russi invece hanno una squadra più equilibrata. In singolare ma anche in doppio possono cambiare le carte come vogliono e come spesso hanno fatto negli ultimi anni. Sulla carta sembra un incontro equilibrato ma proprio per questo potrebbe uscirne un 5 a 0 da una parte o dall'altra.