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Livio Buffo La Coppa America non si ...

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Probabile lo spostamento della competizione al 2011 per evitare la concomitanza con i Mondiali di calcio. Ernesto Bertarelli, patron di Alinghi, racconta il momento difficile della America's Cup. Presidente, come commenta questo rinvio? «Sono dispiaciuto. Avevamo trovato una formula per la 33esima edizione condivisa da tutti i challenger. Invece, ci troviamo di fronte a una situazione nella quale gli statunitensi, per ego sviluppato, motivi personali o mancanza di sportività, hanno complicato l'organizzazione della prossima Coppa America, portandoci davanti alla corte suprema di New York, contestando l'iscrizione di Desafío Español come Challenger of Record e alcune punti del regolamento». Avete cercato un dialogo? «All'inizio della scorsa settimana le norme per la 33esima edizione erano state approvate dagli sfidanti. Abbiamo cercato un punto d'incontro con Oracle, chiedendogli di iscriversi alla manifestazione; poi, gli abbiamo dato una scadenza nel tentativo di fargli capire l'emergenza. Invece, siamo arrivati a dover rinviare tutto, non hanno accettato di negoziare: Russel Coutts ha addirittura avanzato nuove richieste. Forse gli americani vogliono che gli portiamo la Coppa direttamente a San Francisco». I motivi di queste discussioni? «Tra i punti che ci sono stati contestati, c'era quello riguardante la possibilità di regatare con i challenger prima della finale di America's Cup. La nostra politica per la prossima sfida è ridurre i costi, facendo costruire una sola barca anziché due a ogni sindacato. La richiesta di due imbarcazioni avrebbe significato tagliar fuori i sindacati meno ricchi, impedendogli la partecipazione. Noi vogliamo allenarci con gli altri team. Se avessimo dato ascolto a questa richieste, avremmo dovuto chiedere di avere una seconda barca per allenarci tra noi ma sarebbe stata un'eccezione al regolamento». Il rinvio, apre uno spiraglio ad un Act italiano? «È quasi sicuro che un Act si correrà in Italia, specialmente adesso che c'è stato uno spostamento della Coppa. Ci siamo trovati molto bene a Trapani ma ci sono altri luoghi stupendi dove regatare come la Sardegna o l'Elba, dove ho imparato a fare vela. La America's Cup è anche italiana».

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