La Ferrari vince un'altra volta
La stagione più pazza della F1, vissuta tra accuse di spionaggio e aule di tribunali, non poteva che terminare in questo modo, con l'ennesima sentenza della Fia sul ricorso della McLaren. Il trionfo in pista nel Gp del Brasile del ferrarista Raikkonen sembrava aver cancellato all'improvviso le scorie di un mondiale condizionato in gran parte dalla vicenda fatta di spie che ha visto la Ferrari protagonista come parte lesa, ma l'ambizione della scuderia di Woking di provare a rivincere in ogni modo il titolo dopo otto anni, con il primo pilota di colore della storia della F.1 Lewis Hamilton al suo esordio, ha lasciato il campionato in bilico. «È stato respinto un ultimo, disperato tentativo di ribaltare il risultato della pista». La Ferrari, attraverso le parole dell'amministratore delegato Jean Todt, commenta così la decisione della Corte d'appello. «La decisione della Corte - dice Todt- pone finalmente termine ad una stagione molto intensa, sia in pista che fuor. Ora tutte le nostre energie saranno interamente concentrate sulla preparazione della prossima stagione». Hamilton la prende con filosofia. «Kimi si èclassificato davanti a tutti e quindi si è meritato di vincere il titolo. Né io, né alcun componente della McLaren ha avuto l'intenzione di portarglielo via in tribunale. Non era quello lo scopo dell'appello presentato dalla squadra - sottolinea il pilota anglo-caraibico - ora io guardo avanti, alla stagione 2008 e a correrr con Kimi e tutti gli altri miei rivali, in pista per vedere se eventualmente posso migliore il secondo posto che ho realizzato nel Mondiale Piloti di quest'anno» conclude Hamilton. L'amministratore delegato della McLaren, Martin Whitmarsh, invece, ancora una volta sottolinea come «l'appello sia stato presentato nell'interesse di una chiarificazione della regola e della consistenza della regola stessa. Non conosciamo il testo della sentenza della Corte d'Appello internazionale della FIA e speriamo che questa chiarificazione sia fornita».