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Paolo Dani FIRENZE Mister Donadoni, do you... A ...

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Tra lo choc dei giocatori, arrivati a piccoli gruppi nel raduno fiorentino, e l'attesa per gli sviluppi da Roma, un solo punto Donadoni si è sentito di approfondire veramente, a proposito della partita dell'Hampden Park: «In questi giorni ho sentito qualcuno parlare di pareggio - ha risposto a chi gli chiedeva delle punture del collega francese Domenech - e davvero non riesco a capire. Non siamo alchimisti, è impossibile programmare un risultato, ancorchè di comodo: in venticinque anni di calcio non sono mai riuscito a farlo. In Scozia l'Italia non ha mai vinto, ma quello è il passato: questa nazionale andrà a Glasgow per giocarsela, e vincere». Perchè nella tempesta che tutto mette in dubbio, anche la voglia di calcio («sì, è uno di quei momenti in cui mi vien la nausea», l'ammissione di Donadoni), due sono le certezze azzurre: la classifica del girone e la fisionomia della formazione. La situazione del gruppo B dice infatti che per sabato a Glasgow la nazionale campione del mondo può accontentarsi di un pari, ma non può permettersi il lusso di gestire il risultato. «La Scozia ha bisogno di una vittoria, non hanno la sveglia al collo». E allora, il senso della replica di Donadoni a Domenech, come si fa a programmare un pareggio? Si deve puntare alla vittoria, buona tra l'altro per l'immediata qualificazione a Euro 2008 degli azzurri ma anche della Francia. Dunque, la scelta tattica del ct per sabato cambia poco le carte in tavola. A parte un testa a testa Panucci-Oddo come terzino destro, l'altro ballottaggio è al centro: se con Pirlo-Gattuso sarà preferito Ambrosini per un centrocampo tutto rossonero, l'Italia schiererà un 4-3-2-1 più spregiudicato, con Camoranesi e Di Natale esterni nel trio completato da Toni (ma Gilardino è in lizza); se al contrario il terzo centrocampista sarà De Rossi, cambierà solo la disposizione in campo, per un più cauto 4-1-4-1. Il tutto, con la verifica delle condizioni fisiche. Domani arriverà il presidente Abete la cui presenza era annunciata per la presentazione della nuova maglia azzurra. Quella dei Mondiali è pronta ad andare in pensione. Quel che invece Donadoni conta non vada in soffitta è lo spirito di Berlino: il ct non se l'è sentita di discutere di promossi e bocciati nelle convocazioni e però ha difeso le scelte di attacco. «Inzaghi a casa? Ha segnato due gol a Donetsk, ma a parte quei 25' aveva giocato ben poco - la sua spiegazione - Gilardino invece viene da un periodo di continuità, a Bergamo sarebbe stato a riposo solo per precauzione, e se non sbaglio ha partecipato a un Mondiale vinto: è capace di affrontare questa trasferta». Per il resto, i 24 sono stati scelti con un criterio di completezza, due giocatori per ruolo: e qui Donadoni ha svelato di considerare Panucci terzino destro, Iaquinta alternativa di fascia a destra e il neoazzurro Palladino alternativa a sinistra.

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