A Glasgow per restituire il sorriso al calcio italiano
Dobbiamo prendere atto di una sorta di resa, testimoniata dall'allucinante pomeriggio di Bergamo, per l'ennesima volta uno stadio in ostaggio di un gruppetto di delinquenti, il lutto trasformato in strumento per la guerra alle forze dell'ordine. Una guerra che le frange più ignobili delle curve conducono grazie alle alleanze più o meno palesi, non accettando né l'emarginazione che la società civile propone nei loro confronti, né la ribellione ad annosi ricatti. E la resa riguarda anche il rinvio della partita di Roma, dove già si annunciava lo stesso umore che aveva ispirato la vergogna di Bergamo, trasferita negli stadi la filosofia del branco che avvelena la nostra vita quotidiana come testimonia il bullismo sui banchi di scuola. Ecco che cosa produce il rifiuto della ragione, ecco che cosa producono i piagnistei nei confronti dell'Osservatorio quando vengono proposte misure restrittive per le trasferte di tifosi che spesso tifosi non sono. Lontanissimo da qualsiasi tentazione di uno Stato di polizia, mi chiedo quanto durerà ancora questo sorta di impunità che sottrae alle patrie galere delinquenti abituali che uccidono la passione del tifo sincero, quello che guarda alla maglia e non a loschi interessi personali. Abbiamo dunque vissuto una domenica come poche altre amara, passa in secondo piano l'immobilità dell'alta classifica, immobilità alla quale è sfuggita, però con piccoli passi, soltanto la Juventus. La cronaca nera, tra l'altro per un episodio che al mondo del calcio appartiene marginalmente, tiene al palo l'Inter e la Roma, la Fiorentina paga dazio alla persistente vena esterna della bella Udinese di Pasquale Marino, ma anche all'impegno apparentemente comodo di quella Coppa Uefa che impone un devastante giovedì lavorativo. Dunque fermi tutti, per ora, salvo i nazionali, che come sappiamo bene non sono soltanti gli italiani, molte le squadre penalizzate dagli impegni, europei e non. Roberto Donadoni ha fatto le scelte che un po' tutti preconizzavano per reale carenza di valide alternative, anche se personalmente trovo molto discutibile la preferenza accordata a Lucarelli nei confronti di Rocchi, a meno non si pensi che una doppietta ai sudafricani in amichevole ne valga una al Werder Brema in Champions. Non subisce variazioni, secondo logica, la gerarchia dei portieri, Buffon sulla stratosfera rispetto a tutti i colleghi italiani, visto che le altre squadre della nobiltà schierano tre brasiliani e un francese, per non parlare dello sloveno dell'Udinese. Questi giorni di avvicinamento all'episodio più significativo della stagione azzurra serviranno al cittì, più che altro, per verificare lo stato di salute e la condizione atletica dei suoi, difficile possa essere modificato un modulo tattico che guarda all'atteggiamento di tutte le formazioni più quotate. Poi dovranno essere affidate le interpretazioni, difficile che si ripeta, anche per l'assenza dello juventino, che a un omologo di Del Piero vengano assegnati compiti di tornante di fascia. Dietro, le superiori propensioni difensive di Panucci garantiscono un posto al romanista, destra o centrale accanto a Fabio Camavaro. In centrocampo sembrano punti di riferimento fisso De Rossi e Pirlo, con l'attenzione dovuta, il romanista cioè da play basso e il milanista più avanti. Prezioso, per altro, il recupero di Camoranesi, che finora non ha trovato sostituti in grado di offrire garanzie come esterno alto di destra. In attacco Toni, la complessione fisica degli avversari suggerisce poi Iaquinta in appoggio, più di Quagliarella. Si vedrà.