La bella favola di Cassetti Il gregario fa la differenza
Capitolo uno. Lo scorso giugno Spalletti e la società erano davanti a un bivio: riscattare Comotto dal Torino oppure confermare Cassetti, reduce da una stagione positiva, ma senza troppi acuti. «Cerchiamo di riprendere Comotto» si erano detti nelle stanze di Trigoria. Solo che quando le comproprietà arrivano alle buste non si può dare nulla per scontato. Si gioca a carte coperte, come in una partita di poker. E allora ecco la sorpresa: il Toro ha puntato forte e si tiene il suo difensore, mentre alla Roma bastano 800.000 euro per vincere la «mano» col Lecce. Lo vuole il Monaco, lo cerca il Celtic ma durante il ritiro Spalletti si convince che questo Cassetti non è poi così male. Capitolo due. Panucci è il terzino destro titolare e arriva pure Cicinho. Per l'ex leccese si prospetta una stagione di sofferenza, seduto in panchina. Macché. Bastano poche partite e accade tutto il contrario: tra i due «litiganti» il terzo gode. Panucci bisticcia col tecnico, il brasiliano fatica per capire movimenti difensivi e italiano e Marco il «buono» diventa un punto fermo. Siccome le cose belle durano sempre poco ci si mette di mezzo un infortunio muscolare mentre stava facendo male anche alla Juventus. Resterà due mesi fuori si dice sul momento. Guarda caso, la Roma perde le uniche due partite della stagione, proprio durante la sua assenza, con Inter e Manchester. Ma Cassetti brucia le tappe e in meno di trenta giorni è pronto: nell'infermeria di Trigoria è un caso più unico che raro di questi tempi. Il capitolo tre è ambientato a Lisbona. Il terzino segna il gol più bello da quando è arrivato nella Capitale, il primo in assoluto in Champions. «Sono contento soprattutto perché è servito a qualcosa» ha detto a fine partita, con quel pizzico di umiltà che lo contraddistingue sempre. Un ragazzo semplice, che ha conquistato in fretta lo spogliatoio con la sua inflessione bresciana. Ora aspetta di scrivere i prossimi capitoli della sua storia. Il più lieto tra pochi mesi, ma non ha niente a che fare con il calcio: nascerà la sua seconda figlia, Helena. Per la vita da sportivo Cassetti insegue un obiettivo ben preciso. «Nella corsa scudetto io punto sulla Roma - racconta a Sky - ho più paura di noi stessi che dell'Inter». Già, gli e(o)rrori nelle recenti sfide hanno fatto alzare la soglia della preoccupazione in casa giallorossa. «Cerchiamo sempre di non subire gol, ma ultimamente ci capita spesso il contrario. Credo sia un problema di testa: dobbiamo applicarci di più». Domenica l'ultimo sforzo col Cagliari, prima di una pausa che a Trigoria aspettano come una manna dal cielo. Nonostante qualche acciacco l'esterno ci sarà. «I sardi hanno fame di punti, noi altrettanto e vogliamo portare a casa i tre punti a tutti i costi». Banale? No, è Cassetti.