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Fattore campo negativo per tutta la A

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Neanche la Juve tostissima, in una gara di rara intensità, riesce a rompere il sortilegio negativo del fattore campo, zero vittorie casalinghe contro tre sconfitte e sette pareggi, quasi una data storica per il nostro campionato. Che rimane vivo e apertissimo, dopo che la capolista era apparsa in grado di dare una spallata decisiva alla corsa per lo scudetto. Ma nonostante le occasioni create in più rispetto dagli antichi rivali, la Juve ha meritato il pari, un inchino a tutti gli interpreti, panchine comprese, per l'ammirevole fair-play. Facciamoci del male: sembra ormai diventato un motivo classsico, per questa Roma che avvia nel modo peggiore la discesa che il calendario sembrava averle spalancato davanti ai piedi. La partita di Empoli, due punti buttati al vento quasi a tempo scaduto, tornano impietosamente a illustrare tutti i segnali negativi che la Roma, nonostante tutto ancora in corsa per le posizioni più prestigiose, aveva lasciato cogliere dall'avvio di stagione. Su tutti, l'incapacità di gestire il più comodo dei vantaggi e una completa padronanza del campo per un'ora, nel corso della quale sono state buttate al vento le occasioni più limpide per rendere pura accademia il resto della partita. Era pensabile comunque che il doppio vantaggio, propiziato soprattutto dalle grandi giocate di Amantino Mancini, degno titolare sdella fascia di capitano, aveva prodotto, garantisse sicurezza. Quando la Roma si è adagiata nella routine, lasciando che i rivali si rianimassero, Luciano Spalletti ha dato l'impressione, per un attimo, di volersi specchiare nel più deleterio dei suoi predecessori, quel Carlos Bianchi che affidava ai momentanei risultati vocazioni tattiche contraddittorie. Già la Roma aveva aggiunto alle assenze forzate quelle suggerite dal viaggio a Lisbona, in panchina anche Tonetto e Mexes, l'assedio empolese e il vantaggio dimezzato hanno provocato una disposizione in barricata finora sconosciuta ai romanisti. La sciagurata distrazione di Doni ha segnato infine un castigo che dovrebbe, se non altro, valere un monito preciso per tiratori troppo distratti e per il loro tecnico occasionalmente confuso.

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