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Serenità e ambizione Si vince così

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Dalla parte dei giallorossi, prima ancora che la forza complessiva dell'undici titolare, con i ritocchi che un minimo di emergenza, quella che non manca mai, impone al tecnico, c'è la maggiore solidità di un organico che l'accorta campagna estiva ha reso assai meno precario rispetto a quello che la scorsa stagione doveva ricorrere alle attuali terze linee. Come la Lazio lamenta assenze tutt'altro che insignificante, a cominciare da un elemento chiave del gioco di Delio Rossi, cioè Mauri, la stessa Roma è costretta a rinunce non indolori: su tutte, logicamente, quella di Totti, dopo la scelta obbligata di eviitare il rischio di un più lungo stop, ma anche le defezioni di due elementi di primo piano come Taddei e Aquilani attenua il possibile squilibrio suggerito dal diverso livello delle due formazioni. Sopratutto sul piano psicologico la Roma dovrà giocarsi il suo derby, sulle sue spalle tutta la pressione, leggero lo stato d'animo dei rivali che, nel contesto del confronto diretto, poco o nulla hanno da perdere. Per venire a capo di un problema non facile, anche in relazione alla capacità di Delio Rossi di isterilire le fonti di gioco avversarie, testimoniata dalla bella serie in trasferta della stagione scorsa, i romanisti dovranno fare appello a quella serenità che ha puntualmente accompagnato le loro imprese più felici. Giocandosela, insomma, senza guardare troppo alla rivalità cittadina, ma privilegiando gli interessi di classifica: che, con l'Inter ancora una volta felicemente sola al comando, sono diventati fondamentali per conservare ambizioni di primo piano.

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