Rossi, ora è dura evitare la squalifica
Su internet (Repubblica.it) si può ascoltare l'intera telefonata tra Rossi (il tecnico è molto provato dalla vicenda) e Lotito poco prima della gara di campionato. Per l'accusa ci sarebbe stato un tentativo di Rossi di influenzare il risultato della partita. Il club è finito sotto inchiesta solo per responsabilità oggettiva (non diretta come in Calciopoli) mentre il tecnico è stato deferito per violazione dell'articolo 1. La difesa della Lazio e del tecnico sostiene che in quella telefonata si parlava di mercato, e di «ammorbidimento» del Lecce per l'affare Ledesma che dopo qualche mese sarebbe diventato biancoceleste. Processo davanti alla Disciplinare a Roma presieduta dal giudice Artico. La data deve essere ancora stabilita. I nuovi stralci della conversazione danno nuovo vigore alle accuse di Palazzi. «Non ce la fanno a salvarsi - risponde Rossi - però li ho già allenati e se decidono di giocare ti possono creare dei problemi. Quindi se vengono già rassegnati è meglio, perlomeno intavoliamo una trattativa, quindi vedono che possono fare degli affari, non dovrebbero venire con il dente avvelenato». «Li chiamo io - dice risponde Lotito - chiamo il presidente e l'amministratore delegato. Li chiamo, ci parlo un attimo. Adesso devo chiamarli perchè voglio fare il punto per capire pure che devono fare con questi giocatori, soprattutto Ledesma». Poi la linea cade e la conversazione riprende dopo un po' per 42 minuti e si parla di altre cose. Restano molti dubbi: Lotito sapeva di aver i telefoni sotto controllo per l'inchiesta per la scalata al club di Chinaglia, avrebbe potuto stroncare sul nascere le parole del suo allenatore. Così come manca il movente: basta guardare la classifica. Tant'è, la Lazio rischia una multa e forse qualche punto di penalità (al massimo due ma è più probabile che passi l'altra linea), Rossi tra i due e i tre mesi di stop. Un bel guaio. Per tutti e soprattutto per la povera Lazio ancora una volta al centro della bufera.