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Vucinic rialza la Roma

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Una vittoria molto sofferta contro rivali di valore superiore alle previsioni, una vittoria firmata da Vucinic, che una delle sue poche occasioni di giocare nel ruolo prediletto l'ha sfruttata al meglio, con il grandissimo gol che ha deciso la partita, dopo che il primo vantaggio, siglato da Juan era durato un paio di minuti, evocando cupi fantasmi. Un Olimpico non proprio maestoso, però in queste partite il richiamo della tradizione ha un suo peso e lo Sporting non fa parte dell'élite europea. Ma questi sono portoghesi un po' anomali, gran controllo e possesso di palla, ma in velocità, a differenza del modello tradizionale. Avvio un po' sofferto, con l'aggravante del brutto colpo subìto da Totti, quando Hauge ha consentito a un difensore di avanzare in chiaro anticipo dalla barriera, provocando l'impatto con la caviglia destra del capitano: in campo fino alla mezz'ora, il tempo di mostrare il proprio disagio sbagliando un gol fatto su assist di Mancini, tra i più vivaci. Cinque minuti di fuoco, per una Roma che era apparsa ritrovata, il tempo per l'incornata di Juan, bravo a punire l'incerta uscita di Tiago sul corner, di Giuly, chiare le sofferenze della difesa portoghese sui palloni spioventi in area da palla inattiva. Ma quasi immediata la doccia fredda, come se per la Roma difendere un vantaggio sia ormai diventata un'impresa. Due minuti, per lo spunto sulla destra di Abel, Liedson di testa in anticipo su Mexes, poco da fare per Doni. Già da prima che Vucinic desse il cambio a Totti, riducendo l'attacco titolare della Roma al solo Mancini, dopo i precedenti forfait di Perrotta e Taddei. Il resto del primo tempo ha visto gli ospiti più attivi e convinti dei romanisti, assidua pressione alta, nonostante fosse un po' cresciuto Cassetti, prima quasi una comparsa in un ruolo che non gli consentiva le predilette partenze in progressione, Occasioni da gol, più niente fino al riposo, molti i campanelli di allarme. Peggio ancora in avvio di ripresa, quando Vucinic si è procurato un rigore a due passi da Tiago, ma l'esecuzione di Mancini non è stato perfetta, il portiere ha parato sulla propria destra, con felice intuito. Difficile che a quel punto la Roma, così rimaneggiata, fosse in grado di esprimere il gioco abituale, i pericoli creati erano occasionali, azioni di rimessa più che altro. Difesa retta da un sontuoso Juan, ma decisivo Doni su una conclusione di Romagnoli. Portoghesi quasi sempre votati all'offensiva, qualche sbavatura dei romanisti a testimoniare una situazione psicologica difficile, ma anche qualche palla-gol, finalmente: non fortunati Vucinic e Mancini. Ma spettacolare il riscatto del montenegrino al 24': scatto sul lancio di Cassetti, doppio dribbling, di forza, conclusione capolavoro quasi dalla linea di fondo. Dopo lo spostamento a sinistra di Cassetti, produttivo, altra mossa di Spalletti con l'inserimento dell'interditore Brighi al posto di Giuly, che qualcosa di buono aveva fatto. Poi l'utile barricata.

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