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Ci ha pensato ancora Ecclestone a chiudere il caso

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Consapevole del prurito che ormai la politica provoca in tutti gli italiani vi risparmierò la descrizione del quadro all'interno del quale è maturato lo psicodramma della benzina gelata. Mi limiterò dunque a sottolineare il fatto che Ecclestone ha utilizzato tutto il suo peso e tutta la potenza di fuoco dei suoi sceriffi Charlie Withing, direttore di corsa e delegato tecnico FIA, ed Herbie Blash per riportare alla ragione i Commissari di gara, i quali invece rispondono direttamente al presidente della FIA Max Mosley. Anche Bernie è inglese e vede di buon occhio Lewis Hamilton, non foss'altro per i soldi che sta pompando in F1, lui che rappresenta il sogno di ogni operatore di marketing e di ogni sponsor (è giovane, nero, carino, educato, viene dal nulla ma parla un inglese da upper class, spinge al transfer i coetanei e piace a mamme e figlie). Ma Bernie è pure un uomo di corse e, soprattutto, di buon senso. Così si è subito reso conto che la gente non avrebbe né compreso né tantomeno accettato che il verdetto della pista venisse ancora una volta brutalmente cancellato. Prescindendo da ogni giudizio di merito sulla singola vicenda (che ha comunque dimensioni lillipuziane non solo rispetto alla spy story Ferrari-McLaren ma anche rispetto ai molti favoritismi di cui quest'anno ha beneficiato Hamilton), non sarebbe stato tollerato l'intervento della FIA in sé. E non solo dai ferraristi inferociti o dagli spagnoli pro-Alonso ma da tutto il mondo civile, a cominciare dagli inglesi che non si chiamano Ron Dennis. Purtroppo Max Mosley sembra essere l'unico che non s'è accorto di come la gente non ne possa più del modo cervellotico e tendenzioso con il quale, da quando a guidarla c'è lui, la FIA pilota l'esito di corse e campionati, sfruttando le lacune di regolamenti pletorici e fumosi i quali non solo descrivono i reati in modo da lasciar aperta la porta a qualsiasi interpretazione ma neppure fissano le pene. Soltanto uno così poteva non capire che scippare la Ferrari e regalare il titolo ad Hamilton avrebbe decretato la fine della F1 proprio nel momento in cui invece, grazie alla fantastica impresa di Raikkonen, essa sta cominciando a recuperare la propria credibilità. E allora meno male che c'è Ecclestone. Le regole non riuscirà a cambiarle neppure lui, perché per farlo i team dovrebbero essere d'accordo all'unanimità e invece c'è sempre qualcuno che si crede più furbo degli altri. Ma se non altro capra e cavoli continueranno a salvarsi insieme. Bernie ha 78 anni ma speriamo che Dio ce lo conservi a lungo, o almeno abbastanza a lungo per permettere al mondo dell'auto di togliersi finalmente dalle scatole mr. Mosley.

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