L'osservatorio

Ma la Roma è all'altezza, per tutta la partita, perfino nel reparto che aveva destato maggiori apprensioni, quello difensivo, impeccabile Cicinho sulla destra, bravissimo Giuly nel supportarlo costantemente. Non aiuta, per la classifica, la contemporanea vittoria dello Sporting a Kiev, ma è importante è che la Roma sia tornata a giocare da grande squadra. Lo abbiamo detto: non c'è pace, per i romanisti, nell'approccio a questo stadio, stavolta il mal di pancia a tenere fuori Doni, sostituito da Curci, in debito nei toni agonistici, però bravo a farsi trovare pronto in ogni occasione. Poi la tegola più pesante, l'infortunio allarmante di Aquilani, che era stato tra i più bravi, la beffa finale, immeritata. Per l'Inter risolutiva l'impennata del suo uomo migliore, quell'Ibrahimovic da due anni assente all'appuntamento con il gol in Champions, è arrivata addirittura una doppietta in mezz'ora, un rigore e uno strano colpo di testa, peccato che il Cska si sia fatto raggiungere dal Fenerbahce, restando dunque solo al comando, ma la qualificazione non dovrebbe sfuggire a Mancini, vendetta su quel Ronald Koeman che gli aveva sfilato dalle mani una Coppa dei Campioni. Domani si chiude il secondo turno, per le italiane impegni di differente spessore. Nonostante i recenti balbettii in campionato, ma a Palermo aveva dato spettacolo prima che l'arbitro e la sfortuna lo tradissero, il Milan ha diritto al pronostico sul Celtic, squadra comunque rognosa. Si chiede invece un'impresa alla Lazio, qualche rimpianto per il largo pari in Grecia, perché il Real Madrid ha pesante bagaglio di esperienza, nonostante non abbia brillato di fronte al Getafe. La partita di più alto livello è in programma al Mestalla, dove il Valencia attende senza tremare il disastrato Chelsea di questi tempi, accreditabile comunque di un sussulto di orgoglio per puntellare una classifica poco tranquillizzante.