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Lo sfogo: «C'è nostalgia del passato e troppe bugie»

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Così avverte nell'aria il ct del dopo Lippi, sotto esame mercoledì con la Scozia in una sfida delicata verso Euro2008. «Se i risultati non arrivano, saranno giuste le critiche e le valutazioni. Ma se, se, se...e invece qui si fanno processi prima che succedano le cose. E questo non va. A questo gioco non ci sto», il duro e solo per certi versi inatteso sfogo dell'allenatore chiamato a prendere il posto del ct Mondiale dopo Berlino. «Ma io non sono ancora un idiota», il saluto prima di accomiatarsi dall'aula magna di Coverciano. È stato, quello di Donadoni, un contrattacco in crescendo nei contenuti. Le voci su Ancelotti, le valutazioni sull'impiego di Del Piero, i giudizi di una conduzione troppo morbida, e per ultimo il fantasma di Lippi evocato a 48 ore da Italia-Scozia, partita senza margini di errore. «C'è nostalgia del passato e ora sta venendo fuori», la piccata sottolineatura ai media da parte di Donadoni convinto che «per quattro mesi non si è scritto nulla di nazionale, e ora tutte queste pseudo-rotture di scatole: in una settimana ho visto tante bugie che basterebbero per un'enciclopedia». Nel suo sfogo, prima interrotto da un «quel che dovevo dire ho detto, ci vediamo...» e poi ripreso con discorsi tecnici e nuove accuse, Donadoni ha fatto riferimenti impliciti ma ha fornito anche qualche spiegazione: «Ancelotti dice che sogna di allenare la nazionale nel 2011, e si usa per qualcosa di diverso - ha incalzato il ct azzurro - Sarebbe stato opportuno che non lo avesse detto, e opportuno che certe cose non fossero state scritte. Ma sto nel calcio da venti anni, so come vanno certe cose. Vi dico che il mio di sogno è allenare il Real: ora che fate, scrivete che Donadoni non è più interessato alla nazionale e vuole andare in Spagna?». A dar fastidio, ha poi lasciato intendere, c'è anche il caso Del Piero: «Avevo parlato con Alex prima della partitella di venerdì, chiarendo che avrebbe giocato un tempo», la puntualizzazione su un ipotetico «gelo». Caso emblematico, quello dell'attaccante Juve: perchè l'accordo ribadito oggi dal ct non risolve il nodo del momento azzurro di Del Piero, in ogni caso negativo. «Se rido si dice perchè rido, se piango perchè piango - la chiusa di Donadoni - Sappiate che io tiro dritto per la mia strada, non mi faccio condizionare da niente e nessuno. Non vorrei solo che la mia buona educazione fosse scambiata per mancanza di attributi. Tutt'altro. Rispettiamoci, o altrimenti non ne parliamo più...». Ultima notazione, sulla situazione del girone di qualificazione: «Fateci giocare, e poi ne parliamo». E proprio sul gioco c'è ancora qualche dubbio. Con Gianluigi Buffon ancora in dubbio, il ct azzurro ha chiamato al ritiro di Coverciano anche Morgan De Sanctis, portiere dell'Udinese. Buffon, ancora debilitato dalla gastroenterite che lo ha colpito la scorsa settimana, non si è allenato nemmeno ieri. La seconda scelta di Donadoni, dopo che venerdì scorso Marco Amelia aveva lasciato Coverciano per un problema fisico, resta quindi Christian Abbiati. Per il resto non ci dovrebbero essere grosse novità con la difesa a quattro Oddo, Cannavaro, Materazzi, Zambrotta. Sulla mediana giocheranno De Rossi e Gattuso, con la linea a tre lì davanti formata da Camoranesi, Perrotta e Di Natale. Toni unica punta e modulo molto Spallettiano. [email protected]

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