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Bryant al quarto match consecutivo oltre i «50»

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E per riuscirci nel migliore dei modi Kobe Bryant ha utilizzato ciò che sa fare meglio: giocare a basket. E soprattutto insaccare palloni nei canestri avversari. Così sarà pur vero che i Los Angeles Lakers di oggi, pur tornati nelle mani del coach zen Phil Jackson con cui Bryant si è riappacificato dopo un duro scambio di accuse, di vincere il titolo non se lo sognano neppure, sapendo bene che raggiungere i playoff sarà già un bel risultato, ma lui continua comunque a strabiliare. E dalla scorsa notte è ancora di più nella storia perché per la quarta partita consecutiva ha realizzato 50 punti o più avendone messi a segno proprio 50 nella vittoria sugli Hornets per 105-111. Ha superato così la leggenda Michael Jordan ed Elgin Baylor, fermi a quattro partite consecutive, mentre rimane al comando di questa particolare classifica il pivot Wilt Chamberlain che per sette volte toccò o superò questa quota. «Credo che la squalifica subita due partite fa — ha sentenziato coach Jackson — lo abbia motivato a puntare con decisione al record». Sarebbe riduttivo però pensare che questo eccezionale campione, nato a Philadelphia il 23 agosto del 1978 ed alto 198 centimetri, cresciuto in Italia tra Rieti e Reggio Emilia quando il papà Joe faceva mirabilie nel basket tricolore, possa aver trovato gli stimoli nello stop disciplinare impostogli da David Stern. Sul fatto che Kobe sarebbe diventato un campione non ci sono mai stati dubbi. Basti ricordare che proprio a Reggio Emilia, quando neppure un filo di barba gli spuntava sul viso, insaccò 60 punti in una partita giovanile. In Europa è poi rimasto fino a 14 anni (il padre Joe ha terminato la sua brillante carriera che lo aveva visto protagonista anche nella Nba a Mulhouse, in Francia). Tornato a Philadelphia, ha frequentato la Lower Merion High School. Si è dichiarato eleggibile per il draft Nba del 1996, rinunciando così alla naturale trafila universitaria della Ncaa, in cui fu scelto da Charlotte con il numero 13 e ceduto subito ai Lakers in cambio di Vlade Divac. Ha sempre giocato nella più famosa squadra di Los Angeles. Nel 1997, la stagione nel quale si è imposto nella Nba, ha vinto la gara delle schiacciate ed è stato incluso nel secondo quintetto dei rookie. E' stato nel primo quintetto assoluto Nba nel 2002, 2003, 2004 e 2006 ed ha partecipato nove volte all'All Star Game, vincendo tre titoli Nba al fianco di Shaquille O'Neal (2000, 2001, 2002).

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