Le due facce della Roma
Da Firenze l'ennesima conferma: la Roma ha due facce e deve riflettere sul suo rendimento esterno per spiegarsi il distacco abissale dall'Inter. E i punti rosicchiati dalla Lazio che ora la costringono a guardarsi indietro con un pizzico di preoccupazione. Impresa di Lione a parte, nel 2007 i giallorossi non hanno mai vinto lontano dall'Olimpico. Né in campionato, tantomeno in coppa Italia. Un digiuno che dura dal 20 dicembre, quando Totti & Co. superarono 1-2 il Torino. Un caso? No, se si analizzano le partite che compongono la striscia negativa. Livorno, Chievo e Ascoli i casi più eclatanti: in campo è scesa una Roma deconcentrata, mai spettacolare e che si è salvata da tre sconfitte solo per le fiammate dei singoli. Soprattutto di Totti, che ha pareggiato quasi da solo le gare con Livorno e Chievo. Cosa che ad Empoli non è successa ed è arrivata puntuale l'unica sconfitta dell'anno solare. Differenti dalle altre trasferte e tra di loro le sfide di Messina e Firenze: la prima pareggiata per una distrazione fatale di Chivu nel finale, l'altra per la giornata di grazia di Frey e un secondo tempo troppo rinunciatario. Tirando le somme, la Roma ha raccolto la miseria di cinque punti in sei gare, contro il bottino di dodici punti su dodici conquistato all'Olimpico. Alla base dei problemi di continuità ci sono soprattutto i limiti dell'organico: Vucinic, Tavano e, ultimamente, Wilhelmsson hanno deluso le attese. Contro la Fiorentina si è evidenziato ancora che Spalletti può contare su 12-13 giocatori. Altrimenti è un'altra Roma. Al tecnico mancano le pedine per modificare lo scacchiere tattico della sua squadra. Una punta di peso, in certe situazioni, lo avrebbe aiutato. Uno alla Rolando Bianchi, per intenderci, che al sito Romanews.eu fa sapere che «Totti è un campione straordinario e sarebbe un piacere oltre che un onore giocare con lui». Spalletti può consolarsi con i numeri della Roma in casa. Un rendimento da scudetto: undici vittorie, due pareggi e una sconfitta con l'Inter. Il tecnico toscano proverà quindi a costruire tra le mura amiche la difesa del prezioso secondo posto. Da qui alla fine del campionato il calendario prevede cinque sfide all'Olimpico (Milan, Sampdoria, Lazio, Torino e Messina) e altrettante in trasferta (Catania in campo neutro, Inter, Atalanta, Palermo e Cagliari). Non il massimo della vita. Un cammino che andrà poi studiato in relazione agli impegni in Champions. Se la Roma arrivasse in semifinale, ad esempio, si giocherebbe la stagione in una settimana: due gare contro Milan o Bayern per garantirsi un posto ad Atene e, in mezzo, il derby. Ma prima c'è da superare un ostacolo duro come il Manchester e Spalletti baserà le scelte esclusivamente in ottica del doppio confronto con gli inglesi. I risultati finora gli danno ragione. Nessuno aveva portato la Roma ai quarti di Champions League e nove punti di vantaggio sulla Lazio sono comunque un divario rassicurante. In fondo, è solo questione di punti di vista. a.austini@iltempo.it