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di RINO TOMMASI PUÒ sembrare abbastanza normale che un torneo nel quale il grande favorito, Roger Federer, ...

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Tutto vero, tuttavia il successo di Nadal a Indian Wells è un messaggio incoraggiante per il tennis perché c'era il timore che questa stagione potesse essere dominata da Federer ancora più nettamente di quella precedente. Bisogna infatti ricordare che Nadal non vinceva un torneo dal Roland Garros dell'anno scorso e che in nove mesi dopo la finale di Wimbledon, perduta in modo onorevole contro Federer, non aveva raggiunto nemmeno una finale perdendo ben dodici incontri in un periodo durante il quale il suo grande rivale ne aveva perso soltanto uno, contro Murray a Cincinnati nell'agosto dell'anno scorso. Se in finale può aver aiutato Nadal la tensione del suo avversario, il giovane Novak Djokovic, in semifinale la prestazione dello spagnolo è stata eccezionale e convincente. Su una superficie che avrebbe dovuto favorire Andy Roddick, Nadal ha vinto con un'autorità sorprendente pur concedendo all'americano il beneficio di 15 aces, senza i quali la partita sarebbe stata ancora più breve e meno equilibrata. Uno degli aspetti più positivi di questo torneo, che ha aperto il circuito Masters Series, è stato il comportamento brillante di tre dei quattro giovani che sono attesi quest'anno a confermare le loro qualità. Solo il ceco Berdych ha deluso, mentre invece sia il francese Gasquet ma soprattutto il serbo Novak Djokovic e lo scozzese Andy Murray hanno giocato molto bene. Djokovic ha raggiunto la finale perché ha trovato un Murray provato, fisicamente ma anche sul piano nervoso, da un durissimo incontro con il tedesco Tommy Haas nel quale ha dovuto annullare due match point.

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