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Rossi racconta i segreti della squadra biancoceleste arrivata al terzo posto in classifica

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Ha annusato l'odore della coppa europea più importante ed è convinto di potersela giocare fino all'ultima giornata. Restano undici finali, undici sfide da vivere col cuore in gola per riuscire a centrare un traguardo che ad inizio stagione nemmeno il tifoso più ottimista poteva desiderare. Il tecnico si gode i numeri da capogiro della sua creatura: dai record della difesa, alla riscoperta di alcuni giocatori dati per finiti, alla valorizzazione dei giovani fino all'esplosione della coppia Rocchi-Pandev una delle migliori della serie A. Ieri il demiurgo biancoceleste si è confessato ai microfoni di Radio-Radio. «Al terzo posto non ci pensiamo - racconta Rossi - ma lavoriamo di giorno in giorno. Siamo orgogliosi di quello che stiamo facendo ma ora dobbiamo tenere alta l'attenzione. Eravamo partiti con un obiettivo ma adesso dobbiamo cambiare. Non vorrei però che ci mettessero allo stesso livello delle squadre più blasonate. I ragazzi stanno dando il massimo oltre le proprie possibilità. Il Palermo, l'Udinese, il Milan, la Fiorentina, Roma, Inter e Juve in B sono più forti della Lazio sulla carta». Dopo aver raggiunto il podio del campionato in coabitazione col Palermo che però ha una partita in più, il vero pericolo è che la Lazio abbia una crisi di rigetto dopo aver rimontato tante posizioni in classifica. E infatti Delio Rossi avverte i suoi giocatori: «Non ci dobbiamo mai sentire tranquilli e poi non dobbiamo fare la corsa su nessuno anche perché sulla carta siamo più deboli di altre squadre. Viviamo alla giornata, già domenica contro l'Empoli sarà uno spareggio». A confortare i biancocelesti c'è la certezza che nel finale di stagione in genere le squadre di Rossi brillano ma non sarà comunque facile agganciare il preliminare di Champions. Rossi spiega i motivi del miracolo: «Fare partecipare tutti per un obiettivo comune è una necessità per tenere unito il gruppo. Poi io ai ragazzi dico sempre in faccia quello che penso, molte volte è più facile dire che fare questa cosa, quindi pretendo molta intelligenza. Altrimenti non si spiegherebbe gente che va in tribuna, poi in campo ed è sempre motivata al massimo». Coccola i protagonisti di questa splendida cavalcata: «Pandev è un giocatore di talento, come Best e Ibra con le dovute differenze, e come tutti i giovani vive di fiammate. Ledesma può anche far male ma è sempre in partita. Ora si è ambientato, è un giocatore che ha dimostrato la sua forza quando è stato criticato». Usa parole dolci anche per la Roma da lui battuta il il 10 dicembre in uno dei derby più belli per i tifosi del più antico club della Capitale: «Da uomo di calcio e non da laziale secondo me quest'anno Totti è il migliore del campionato, non Ibrahimovic. Francesco è in questo momento, insieme a Perrotta, Mancini e De Rossi, il giocatore che fa la differenza nella Roma. Ferguson ha sbagliato a dire quelle cose del capitano giallorosso dopo Ascoli. Il giocatore si vede nelle partite vere». Infine il rapporto con Lotito. Rossi non può fare a meno di esaltare il presidente più contestato della storia biancoceleste: «Nel nostro gruppo molti sono insostituibili, Lotito su tutti. Con lui non ho rapporto, non mi chiama, non mi chiede chi gioca, lo vedo solo la domenica. Io da un presidente voglio quello che Lotito fa: paga i giocatori e lo fa senza ritardo. Per me è il massimo. Ma la forza di questa Lazio sono le ottime individualità unite insieme». [email protected]

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