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L'osservatorio

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Lasciano spazi ideali per il gioco romanista

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Si spiega perché, in Italia, si auspicasse un confronto con gli olandesi del Psv, che le loro lampadine (marchio di fabbrica) sanno invece accenderle anche nelle situazioni più complesse, chiedere all'Arsenal. La Roma poteva augurarsi di evitare, al di là delle battute di Totti sul Milan, le temutissime inglesi, che però l'urna aveva probabilità vicine al cinquanta per cento di assegnarle. Inghilterra è stata, però probabilmente nella versione meno sgradevole per i romanisti, già bravi a piazzarsi tra i primi otto: una schiera, curioso rilievo, che dai quarti della passata stagione ha ereditato una sola superstite, il Milan. Ha una bacheca impressionante a tutti i livelli, quel Manchester United capace di risorgere perfino dopo una tragedia aerea. Di più, in campionato vanta nove punti sul Chelsea vincitore degli ultimi due titoli, vantaggio rilevante anche se i bleus di Mourinho hanno una gara da recuperare. Senza dimenticare che la Premier League propone ai Red Devils altri rivali che si chiamano Liverpool e Manchester, altro che gli ansimanti inseguitori del Lione. Tra le inglesi rimaste in gara, tre dopo la imprevedibile resa dei «gunners», l'inquilina dell'affascinante Old Trafford è forse la squadra che offra alla Roma maggiori possibilità di valida replica: per propensioni tattiche, per disposizione difensiva non sempre inappuntabile, ma soprattutto perché privilegia il gioco rispetto al disegno di isterilire la manovra degli avversari di turno. La Roma sa bene che il pronostico è comunque orientato verso la squadra più ricca di quell'esperienza che un grande passato e la storia recente garantiscono, ma il doppio confronto, che si esaurirà in soli otto giorni a inizio aprile, propone esito tutt'altro che scontato. Specialmente ora che la Roma ha dimostrato, a Lione, di poter competere anche ad altissimi livelli quando l'organico non accusa defezioni pesanti e la condizione atletica l'assiste. Ma, soprattutto, quando l'attenzione mentale si mantiene alta, quando ogni tentazione di possibile cedimento nervoso viene allontanata da una precisa volontà di offrire un'interpretazione matura. Incutono rispetto i Rooney, i Cristiano Ronaldo, i Giggs, uno straordinario metronomo come Paul Scholes, ma la difesa è tavolta disposta a concessioni nello stretto. Quegli spazi angusti nei quali fuoriclasse del calibro di Totti e Mancini sanno trovare il guizzo per il lampo di genio.

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