di FABRIZIO FABBRI UNA sconfitta di misura maledicendo, come troppo spesso accaduto, ...
Perché se la Virtus è costretta a far giocare Stefansson da playmaker, per mascherare l'inutilità in regia di Chatman, non si può certo pensare alla malasorte. Ed è facile allora pensare che presto, prestissimo, per il campionato qualcosa cambierà, probabilmente con il taglio di Askrabic, l'arrivo di un nuovo play e lo spostamento della guardia texana nel suo ruolo naturale. Così è finita 74-69 per il Pau Orthez, ma la sconfitta del Maccabi a Vitoria lascia ancora speranze. Roma dovrà sconfiggere giovedì i baschi, già qualificati, e cercare poi il blitz di più di due punti a Tel Aviv. La sorpresa della serata è stata la mancata presenza di Bodiroga nel quintetto d'inizio. Scelta bocciata dall'andamento dei primi 20' dove Roma, pure scegliendo una lettura logica della partita, appoggiarsi ai lunghi con Chiacig, il migliore, sfolgoreggiante in avvio, ha fatto una fatica terribile a trovare la via del canestro. Soprattutto per colpa di un Hawkins spento e irritante, e dell'ormai cronica mancanza di regia. Perché Chatman neppure facendo scorta di pesce azzurro sembra capace di acquisire fosforo e Giachetti non sempre, di rincorsa, è in grado di impossessarsi delle redini dell'incontro. Tirando male da 2 e malissimo da 3 la Virtus è precipitata, sotto le accelerazioni di Greer e i colpi di Sanders, fino al 21-9, nonostante l'intraprendenza di Chiacig avesse messo in ambasce lo spauracchio Wright. Poi è entrato sul parquet quell'interprete unico del gioco del basket, che di nome fa Dejan e di cognome Bodiorga, e Roma, grazie ai suoi 12 punti e a un Garri capace, quando si è avvicinato a canestro, di far male, ha impattato sul 38-38, prima che l'ennesima tripla di Sanders spaiasse per il 41-38 del 20'. Quindi una ripresa fatta di piccoli allunghi da una parte e dall'altra, con i francesi che hanno trovato in Ferchaud l'arma tattica. Bodiroga è calato e Roma ne ha pagato le conseguenze, Scellerato il modo in cui Chatman non ha scelto il tentativo della tripla del pari sul 72-69, così come inguardabile è stato il passaggio con cui Hawkins ha regalato un altro pallone decisivo. Senza Lorbek, e con Repesa ancora bloccato a Roma, un passetto indietro. Ma l'Europa è tutta lì da giocare.