L'attaccante e il contratto
Rocchi è l'icona della Lazio che vola verso la Champions. Bomber dall'animo gentile e dal guizzo mortifero, Tommaso ormai il biancoceleste ce l'ha dentro, lo sente suo. Un senso d'appartenenza che gli ha trasmesso l'amico Di Canio e che lui continua a coltivare a suon di prodezze. Dodici, dice lo score stagionale e Tommaso non vuole fermarsi. Ormai è nel gotha dei cannonieri più prolifici della storia laziale ma il suo refrain è categorico: «Voglio migliorarmi, sempre». Ambizioso, continuo, trascinatore dell'esuberante Lazio di Delio Rossi. Le certezze distillate con sapienza e umiltà, il nome della piccola Camilla - tatuato a pelle - per inseguire la storia. È il momento migliore della sua carriera? «Diciamo che mi sto togliendo tante soddisfazioni. Il quarto posto con la squadra e i gol che mi hanno permesso di raggiungere Casiraghi nelle classifiche di tutti i tempi. Sto rendendo al massimo da circa un anno, mi esprimo con continuità. Però guardo avanti». Qualche mese fa era molto cauto sulle potenzialità della Lazio. Si è ricreduto? «Partivamo con l'handicap, c'erano giocatori nuovi che dovevano inserirsi e il gioco non era quello di oggi. Sapevo che per rendere al massimo dovevamo essere sempre concentrati, fisicamente e mentalmente al top». Può indicare il momento della svolta? «Quando abbiamo cambiato modulo e il gioco è decollato. Da lì abbiamo inanellato una serie di partite importanti. E poi abbiamo acquistato più convinzione nei nostri mezzi». Quindi dopo il suo sfogo a Empoli. «Non mi piace l'ipocrisia, ho detto quello che pensavo. Era uno sfogo per il collettivo, non personale. In quel momento in campo non rendevamo al meglio. Poi ne abbiamo parlato nello spogliatoio, sono cambiate diverse cose». La Champions non è più un sogno. «È ancora lontana, meglio non fantasticare. Però stiamo meritando la posizione in classifica ed entrare in Europa dalla porta principale sarebbe perfetto. Stiamo facendo il massimo, veniamo da 4 vittorie consecutive, possiamo continuare su questo trend. Provarci è un obbligo e di sicuro non siamo disposti a fare sconti». Avete otto punti in più dell'anno scorso nonostante le partenze, che ne pensa? «Non mi piace fare paragoni, perché ogni campionato è diverso dall'altro. Magari con Di Canio, Liverani e Dabo eravamo secondi in classifica. Comunque chi è arrivato ha dimostrato di meritare la Lazio». La coppia d'attacco più forte? «Ibra-Crespo, poi Toni-Mutu. A ruota Gilardino-Ronaldo». Di Pandev che dice? «Che è cresciuto tanto, ha imparato a sacrificarsi di più per la squadra. È maturato, spero migliori anche il suo record personale di reti». Lei punta al trono dei bomber? «Devo fare meglio dell'anno scorso, quando ho toccato quota 16, poi si vedrà la posizione nella classifica generale. Però non è una priorità». Ha sentito Donadoni? «No, devo continuare a fare bene con la Lazio e poi viene anche il resto. Alla Nazionale ci tengo, eccome». A che punto è la trattativa per il rinnovo? «Vorrei risolvere tutto entro giugno ma non ho dato ultimatum e non si è parlato di cifre. È per partire meglio nella prossima stagione. Con la società siamo d'accordo nel vederci e programmare un futuro insieme». A suon di gol da copertina. Nel nome di Rocchi. Un bomber per tutte le stagioni. f.marchetti@iltempo.it