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Finalmente arriva la sfida-Champions Serve un'altra testa

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Senza più alibi, distrazioni e nulla che possa dividere, tranne il tempo, la Roma dalla sfida che decide la stagione: martedì prossimo al Gerland di Lione. Perché di vedere questa squadra senza nè titolari, voglia, nè tantomeno idee non se ne può più. Anche ieri una brutta prova, stavolta ad Ascoli, dove i giallorossi sono sì partiti forte, ma hanno perso smalto ed efficacia col passare dei minuti fino a costringere Spalletti a correre ai ripari nel finale. Il tecnico giallorosso, partito di conserva con sette titolari fuori, è stato poi costretto a metter dentro tutto quello che aveva per strappare il faticoso pareggio finale: che rinforza concetti già espressi sull'innefficacia in trasferta dei giallorossi... tantopiù quando hanno a che fare con una «piccola». Poche ma chiare le sentenze arrivate dal campo, in una partita che la Roma avrebbe volentieri evitato di giocare. Bene Totti nei primi quindici minuti quando Spalletti lo ha riportato all'antico ruolo di rifinitore che, nonostante lo score «cannonieri» dica altro, è forse il ruolo che gli si addice di più. Benino Vucinic che si alterna col capitano lì davanti, ha qualche lampo di lucidità, prima di scomparire di nuovo nel baratro della panchina. Male, anzi molto male le «riserve». Ancora una volta il problema della Roma è questo: i cambi non sono all'altezza dei titolari. Tavano ancora impalpabile (non bastano due cosine per il voto positivo), Faty a dir poco inguardabile (a parziale discolpa età e inesperienza) e Cassetti continua a non convincere. L'unica consolazione è il primo gol in giallorosso dello svedese (diciassettesimo in questa stagione) che non riesce però a mascherare la figuraccia di Ascoli. Al Lione mancano poco meno di tre giorni e per non venir massacrati dai francesi di fronte al calcio che conta, servirà tutta un'altra Roma... quella vera. E speriamo che basti! [email protected]

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