Fair play
Volendo elencarli tutti, la maggiore difficoltà è quella di stabilire un ordine di priorità, inevitabilmente condizionato dalla cronaca che, dopo i fatti di Catania, ha posto in prima fila quello della sicurezza. Ci sono anche altri aspetti meritevoli di attenzione. C'è il problema della modesta qualità dei dirigenti. Hanno riciclato Antonio Matarrese presidente di Lega e Giancarlo Abete è il favorito per la presidenza della Federazione e sono nomi che erano nell'organigramma del nostro calcio venti anni fa. Poteva essere una novità Luca Pancalli ma gli hanno già garantito un incarico di prestigio (anche economico) se deciderà di farsi da parte. Voglio chiarire che non sono assolutamente contrario al professionismo esteso anche ai dirigenti. Se lo sport vuole migliorare la qualità dei suoi quadri (ferma restando la fondamentale importanza del volontariato) deve strappare alla concorrenza delle altre attività coloro che hanno le qualità che cono necessarie per occuparsi di una materia complessa com'è diventata lo sport. È enorme il problema degli stadi ma temo che non venga recepito dalle autorità (governo e comuni) come merita. Per anni gli stadi italiani sono stati ampliati e migliorati pezzo per pezzo ad ogni promozione, senza una progetto e senza capire che allo spettatore bisogna oggi garantire ordine all'interno e buone possibilità di parcheggio. Non c'è, per fortuna (o, almeno, è un falso problema) quello dei gol fantasma che ha una incidenza minima nelle vicende calcistiche anche se è di ieri la notizia che la Fifa ha deciso di esaminare la questione. La battaglia per la moviola in campo ha fortunatamente perso credibilità e seguito, nel senso che si è capito che un intervento tecnologico sulle fasi di gioco (rigori e fuori gioco) è praticamente impossibile. C'è purtroppo il problema arbitrale, tornato di attualità dopo che per le 10 partite di serie A di mercoledì scorso la media dei voti attribuiti dai tre quotidiani sportivi è stata 5,4. Su 30 valutazioni ci sono state 8 sufficienze e solo un arbitro (De Marco che ha diretto Empoli-Messina) è stato promosso da tutti, senza peraltro andare oltre uno stiracchiato 6. Sono sempre più convinto che il miglior sistema per far funzionare il settore sia quello di affidarsi al sorteggio integrale. Fino a questo momento in serie A sono stati utilizzati 36 arbitri quando ne bastavano 20. Il problema è che sia un errore affidare il ruolo di designatore ad un ex arbitro che inevitabilmente applicherà il vecchio principio di affidare le partite più importanti agli arbitri ritenuti più bravi. Tutte le partite lo sono e le partite considerate più importanti sono spesso le più facili da arbitrare anche se gli eventuali errori avranno inevitabilmente un'attenzione maggiore. Ovviamente a monte di tutto c'è il problema dell'equilibrio oltre, naturalmente, a quello delle 20 squadre. Se non si interverrà subito per una equa (leggi uguale) distribuzione dei proventi televisivi corriamo il rischio di soffrire anche nella prossima stagione un campionato ancora peggiore di questo che comunque passerà alla storia come il più brutto della storia.