L'osservatorio

Il giudice sportivo, che ha compiti squisitamente notarili, traduce esclusivamente il tenore di un referto arbitrale influenzato da qualche rimorso di coscienza: soprattutto per il mancato rosso a Galante, protagonista di un gesto sgradevole e proditorio. Non ha infierito l'assistente al quale sono state forse rivolte parole non tenere, anche se è difficile interpretare un labiale, non è stato tenuto conto, per altro comprensibilmente, della sanzione che il regolamento prevede quando si colpisce, magari con una spintarella, un tesserato, anche se appartenente alla stessa società del colpevole. Non è improbabile, infine, che sul referto possa avere avuto un'impatto non trascurabile la polemica mediatica, a tratti con rissa verbale sfiorata, che ha fatto da contorno alla vicenda, con sorprendente disparità di pareri di fronte a immagini pur eloquenti. E tutto questo riporta alla favola della moviola in campo, indicata da tanti addetti ai lavori come utile correttivo per porre fine alle contestazioni. Nella serata di domenica, e non soltanto in relazione al poco affettuoso faccia a faccia tra Galante e Totti, le moviole dei salotti televisivi hanno avuto un ruolo di protagoniste assolute. Con questo esaltante risultato: dopo ore di frenetici dibattiti, pareri equamente divisi sull'interpretazione degli episodi oggetto di discussione. Immaginiamo un ricorso alla moviola in campo: gioco sospeso, interminabili scambi di opinioni, poi una decisione che non lascia tutti sereni, ma invece gratifica una parte in causa avvilendo l'altra, il tutto dopo una pausa chiliometrica. A nessuno dei fautori di questo tipo di tecnologia viene il dubbio che si possa scivolare nella comica, ammesso che negli stadi vi sia ancora spazio per il senso dell'umorismo. Ho ancora qualche riga da dedicare alle regole che governano la prova televisiva, francamente sconcertanti. A San Siro, Ibrahimovic reagisce a un fallo, vero o presunto, di Donadel, con una delle sua leggendarie pedate, ma non verrà sottoposto all'esame della riprese Tv perché, si afferma, l'arbitro ha visto l'episodio. Morganti avrebbe perfino chiesto al giocatore viola se fosse stato colpito e, di fronte a un diniego, avrebbe tranquillamente archiviato la pratica, sottraendola dunque a un possibile appello. Se la memoria non mi tradisce, a me sembra che un gesto di reazione vada punito con il rosso sia che il colpo arrivi a bersaglio, sia che lo fallisca, l'intenzione già sufficiente a far scattare il cartellino rosso. Insomma, Morganti ha visto il tentativo o no? Nel primo caso avrebbe dovuto espellere Ibra, nel secondo avrebbe dovuto lasciar via libera alla prova televisiva. Qualcuno ha sbagliato?