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Il giorno dopo il calcio assolve il giallorosso e smaschera l'errore di Ayroldi. Oggi la squalifica

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Difficile definire l'entità della squalifica in arrivo: gli ottimisti dicono due giornate, i pessimisti cinque e verosimilmente la «sentenza» cadrà nel mezzo. La Roma, convinta dell'esagerazione del rosso di Ayroldi, ha pronto il ricorso che verrà supportato da immagini Sky e di tutto di più. Il perno della difesa organizzata dall'avvocato giallorosso Antonio Conte, ruoterà attonro a un precedente illustre: quello della manata di Cassano a Chiellini in Roma-Fiorentina (12 settembre 2004). Lì furono due le giornate comminate al barese e poi scontate a una sola per intervento della Caf che stabilì che non ci fu «danno procurato». Ovvio come lo scontro diretto con l'Inter in programma tra due giornate a San Siro, sia lo spartiacque della «trattativa». A quel punto due o tre cambia davvero poco. Conferma arriva dalla Snai che dopo il -11 giallorosso di ieri, ha sospeso le scommesse sullo scudetto ai nerazzurri. Sulla vicenda la Roma fa muro decis, giustamente, a lavare in casa i panni sporchi. «Multare Totti? Sono cose che riguardano la societa» ha detto seccamente Rosella Sensi. «Non ha fatto un gesto alla Totti ma anche questo gli servirà. La gomitata di Galante è stata brutta e violenta: questo però non giustifica Francesco». Intanto ieri, forse per una volta, il calcio italiano, almeno quello pensante, si è schierato dalla parte di Totti: tranne ovviamente l'imperterrito Gussoni, neo-eletto presidente dell'Aia, che continua a sostenere le tesi di un Ayroldi indifendibile che ha sbagliato per tutta la durata della partita. Tutti gli altri l'hanno vista diversamente: a partire proprio dai livornesi. «Totti è un grande campione, bisogna anche capire certe sue reazioni, perchè prende davvero tanti calci». Discolpa il presidente del Livorno, Aldo Spinelli, che era presente all apartita e quindi ha potuto vedere dal vivo il trattamento riservato al romanista. Il primo a capire l'errore di Ayroldi è stato proprio l'altro protagonista della vicenda: Galante. Il difensore del Livorno ha prima cercato di spiegare all'arbitro che Totti non gli aveva fatto nulla e poi si è scusato col giocatore col quale ha un rapporto di amicizia da anni. Il commento più lucido alla fine forse arriva dal presidente del Napoli De Laurentis. «Credo che anche gli arbitri subiscano la tensione della partita, anche loro sono costretti a correre avanti e indietro per 90 minuti e possono accusare sul finale un calo di zuccheri, con un conseguente appannamento del giudizio». Il giudizio del ct azzurro Donadoni conferma l'errore di Ayroldi. «Non ho visto l'espulsione di Totti. Da quello che ho letto sui giornali, mi sembra che sia molto meno intenso il gesto cha ha compiuto. Non è che dobbiamo stare a discutere su ogni singolo episodio che accade a Totti. Le valutazioni vengono fatte sempre e comunque su tutti i giocatori tenendo conto di tante cose, non certo di questo soltanto». Ancora più deciso l'ex bomber azzurro Gigi Riva. «Chi parla non sa cosa vuol dire prendere un calcione. Quando c'è dolore puoi avere reazioni che non controlli. Totti ha sbagliato, ma la reazione è umana». In chiusura l'amico Vito Scala «spinto» a terra dal giallorosso dopo l'espulsione. «Credo sia il momento che l'Associazione calciatori debba uscire fuori e fare un codice etico per i giocatori. Loro devono fare un patto d'onore. L'arbitro? Secondo me ha voluto fare un pò il protagonista».

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