Arduo recuperare il figliol prodigo
Lo si è capito perfino dopo una serata di non calcio, avvilita da troppe macchie di vuoto sugli spalti, dove biancocelesti e rossoneri tirano avanti bloccati causa l'importanza della posta in palio, quasi non bastasse il perdurante tabù milanista che resiste da nove campionati e prevale nelle rare finalizzazioni di Rocchi. Povero football di noi viziosi superstiti al seguito, con il mercato di gennaio che imperversa e occupa i pensieri degli addetti ai lavori falsando ulteriormente una serie A senza oppositori allo strapotere interista e abbastanza ridicola negli snodi settimanali. Per fortuna Valon Behrami ha raccolto subito l'eredità del capitano depennato con autorevolezza e furore agonistico, salvo scalfire per stanchezza la sua prestazione con quell'intervento da cartellino rosso su Gilardino lasciato impunito dall'arbitro Saccani. Anticipi, cambi di marcia e contrasti vincenti ai danni di Kakà, Seedorf e quant'altri, mentre non credono ai loro occhi le vedove e gli orfani inconsolabili del propulsore conteso fra Lotito e Galliani, cioè quelli che hanno criticato aspramente il sofferto provvedimento di Delio Rossi confutandogli il diritto di decidere in piena libertà. L'allenatore di Formello non sbaglia né, qualsiasi cosa accada, prenderemo atto prima o poi d'uno spogliatoio spaccato e d'una preoccupante involuzione tecnica, come paventato negli interventi un po' demagogici dei soliti profeti di sventura. Impossibile non accorgersi già dalla trasferta di Parma, 23 dicembre scorso, e nel dopo Lazio-Siena che Oddo è stralunato e non vede l'ora di andarsene per guadagnare il doppio rispetto a quello percepisce, nonostante la trattativa resti bloccata dalle pretese sacrosante della sua società d'appartenenza. Così il signor Delio arriva alla conclusione che l'interessato non potrebbe riprodurre contro il Milan quel che riuscì a Cerezo, goleador romanista nella finale di coppa Italia-1988 contro la Sampdoria pochi giorni prima di trasferirsi nel club blucerchiato. O possedere il cinismo di Claudio Lopez, eversore dei laziali nei quarti di Champions League, non condizionato dall'accordo appena sottoscritto con il club di Cagnotti. Ora prepariamoci alle prossime puntate del tormentone, che forse prevedranno pure il tentativo di recuperare alla causa laziale l'eventuale milanista mancato. Lotito non trema. Ha mille difetti, però coerenza e ostinazione non gli mancano. E a dispetto di qualsiasi capriccio, Massimo Oddo resta un tesserato laziale fino a giugno 2008, a meno che non riesca a liberarsi dodici mesi prima utilizzando la specifica normativa Uefa per offrire le proprie prestazioni fuori dall'Italia. Intanto l'Atalanta e l'Udinese ampliano la lista delle pretendenti al quarto posto, ora occupato dall'Empoli, quota 28, cioè 9 punti in più rispetto al 2005/2006 e con la possibilità di incrementare il distacco domani nel recupero col Catania. Tuttavia ci poteva stare la divisione della posta con Ancelotti, prescindendo dall'insulsa procedura. Sono altri i rimpianti, a cominciare dalle occasioni perse in casa e in trasferta nelle sfide abbordabili. Sì, proprio l'imminente trasferta di Palermo fa venire in mente la romanzesca sconfitta dell'andata, determinata dal portiere Agliardi che giusto in quella circostanza sembrò Zamora. Basta non dimenticarsene, sabato sera, nella visita notturna ai ragazzi di Guidolin.