L'osservatorio
Il più tre in media inglese non è servito a una Roma altamente spettacolare per rimanere immediatamente in scia alla capolista: e adesso impone attenzione anche la difesa del secondo posto, visto che i quattro punti di vantaggio sul Palermo non sono molti in confronto al distacco di nove punti dalla vetta. Distacco propiziato da un ritorno all'attività ufficiale non proprio adeguato alle attese e alle speranze: impossibile guadagnare punti su una squadra che sa soltanto vincere, ma perdere altro terreno per difetto di concentrazione non è il massimo. Così che in settimana la Roma ha potuto festeggiare soltanto l'impegno di Luciano Spalletti a legarsi, e soprattutto a promuoverlo, a un progetto ambizioso a lunga scadenza. Comincia in salita, questo girone di ritorno, dopo la cruda delusione di Messina: in trasferta a Livorno, contro una squadra che giocherà indubbiamente con il sangue agli occhi, dopo essersi caricata sulle spalle tutta la responsabilità dei recenti risultati modesti, blindando invece la panchina di Arrigoni, che l'umorale Spinelli aveva già messo alla porta, lasciando intuire anche alternative risibili. L'emergenza, che per i romanisti è ormai una costante, nasce stavolta dalle squalifiche dei diffidati De Rossi e Pizarro: accettabile il fallo del romano, francamente incomprensibile quello che il cileno si è procurato gratuitamente. Così vedremo un centrocampo inedito, presidiato nel settore centrale da un Perrotta che arretra e da un Chivu che invece avanza per interpretare un ruolo soltanto occasionalmente ricoperto in passato. Conseguenti piccole rivoluzioni, da Taddei a ridosso di Totti, a Wilhelmsson al vero esordio in Serie A dopo la parentesi sullo Stretto. Ma, più che delle pesanti assenze, la Roma dovrà riflettere su una inspiegabile tendenza a distrarsi, superficialità o presunzione che stavano per costare care, al di là del suicidio di Messina, anche in Coppa Italia. Flebili le speranze di un aggancio al vertice, ma per tenerle vive sarà indispensabile ritrovare la feroce applicazione che fin qui aveva prodotto risultati superiori alle disponibilità dell'organico. Non paragonabili a quelle dell'Inter, al Meazza contro la Fiorentina per migliorare ulteriormente il proprio record, impresa che il pronostico indica come tutt'altro che proibitiva.