di TIZIANO CARMELLINI DOPO poco più di centottanta minuti giocati in questo 2007, la Roma è già costretta ...
Il pari a Messina e la qualificazione senza gran gioco nella gara di ritorno contro il Parma in coppa Italia, hanno fatto vibrare il campanello d'allarme e Spalletti, questo pomeriggio a Livorno, pretende dai suoi una prova degna di nota. Lo farà in una gara che si prospetta difficilissima per i giallorossi che arrivano a Livorno con due squalifiche pesanti (De Rossi e Pizarro) e con qualche pezzo «forte» non ancora al cento per cento (Totti, Mexes e Chivu). E, come se non bastasse, giocherà contro una squadra per la quale perdere, vorrebbe dire riscuotere una doppia sconfitta. Cosa che equivarrebbe anche alla partenza «definitiva» del tecnico Arrigoni: blindato proprio dai giocatori dopo la nota querelle col presidente Spinelli. Cose di campo che Spalletti conosce benissimo e alle quali il tecnico giallorosso riesce a dare il giusto peso. «Sarà una difficoltà in più perché la dimostrazione di fiducia verso l'allenatore li obbliga a scendere in campo con il coltello fra i denti. Oltre alle qualità del Livorno e del fatto che troveremo Lucarelli piuttosto carico». E Spalletti, da capo-branco quale è, non può far altro che difendere a spada tratta i suoi e a caricarli in vista della sfida che continua a giocarsi a distanza anche con l'Inter, impegnata in casa contro la Fiorentina dell'ex Prandelli. «Secondo me sono molto di più i pregi — spiega il tecnico sul gruppo giallorosso — che ci stanno permettendo di fare il campionato che stiamo facendo, dei difetti. Certo bisogna guardarli per migliorarsi, ma essere perfetti è impossibile nel calcio. Abbiamo pagato caro alcuni episodi. I cali di tensione? A volte può diventare facile credere che la partita sta finendo e che il gol prima o poi lo facciamo e che siamo una buona squadra e il pallino della partita lo abbiamo noi. Invece bisogna mettere comportamento e consistenza per far emergere le nostre qualita». A Livorno quindi per tornare a correre come nella fase finale di quel 2006 che resta lì da incorniciare. Una delle cose che tiene in ansia Spalletti sono le condizioni di Totti che continua ad aver problemi a un piede per una contusione e probabilmente giocherà con un tutore alla mano per la botta ricevuta contro il Messina. «Ha preso una botta all'alluce — spiega Spalletti che sa benissimo che vuol dire fare a meno del capitano in questa Roma — ma non ha fratture, al piede. Ha problemi alla mano ma quello non ci preoccupa: alla fine decideremo». Una sola certezza comunque al momento, il modulo della Roma non cambierà: «Andremo avanti così, perché in questa maniera abbiamo fatto vedere tutto quello che valiamo. In questo caso qui casomai abbiamo un difensore che, se ci sarà questa emergenza, andrà fatto giocare a metà campo, uno che è stato più spesso fatto giocare in difesa, allora poi si potrebbe anche andare a vedere la difesa a tre però si vanno a toccare dei tasti che non sono nostri; il nostro comportamento è quello che stiamo facendo vedere, abbiamo rifatto più riprove, abbiamo parlato più volte. Perrotta? È sicuramente adatto per quel ruolo, sa giocare la palla, ha personalità e qualità». Quindi il tecnico lancia un messaggio a Montella. «Lo hanno chiamato diversi compagni anche prima della doppietta. E anche qualcuno dello staff. Lo stiamo seguendo tutti, come tutti i calciatori che hanno spessore si è saputo adattare e mettere le sue qualità a disposizione della causa». Il tecnico chiude blindando Ferrari per il quale il Tottenham era pronto a offrire due milioni più il coreano Lee già seguito nella scorsa estate dalla Roma: «Sta lavorando bene e rimane qui». Discorso chiuso.