di GIADA ORICCHIO LECCE — Esame pugliese per Napoli e Juventus, rimandato il primo, promossa la seconda.
Il Napoli cerca di cuocere a fuoco lento i suoi avversari, ma questa volta si brucia nel segno di De Zerbi. Croce e delizia della partita: sigla il pareggio, marca una rete che sarà annullata per errore e fallisce il raddoppio per egoismo. Duplice debutto nel Lecce: Papadopulo in panchina e Tiribocchi, il suo pupillo, in campo. Il Tir non è al top e si vede. Il tecnico toscano ha rivoluzionato i salentini: addio al 4-3-3 zemaniano per un concreto e prudente 4-3-2-1. Edy Reja vuole quella vittoria in trasferta che manca dal 25 novembre. In attacco: De Zerbi e Bucchi causa squalifica di Calaiò, Grava e Cannavaro in difesa. Fuoco alle polveri: è il Lecce ad aggredire. Velocità e tocchi di prima per bussare subito alla porta di Iezzo, il Napoli è macchinoso e roccioso: cross dal fondo e nessuno che pensa a sfondare a centrocampo. Dalla trequarti in su la intelaiatura di gioco è inesistente. Dopo 12 minuti festeggia Polenghi. Calcio d' angolo, la difesa del Napoli è statica e non coperta e il leccese spedisce di testa all'incrocio dei pali. In settimana De Zerbi ha letto le dichiarazioni di Zeman. Per il boemo è un delitto tenere il talento in panchina, il fantasista gli dà ragione con una prestazione di qualità e pregio, la migliore della stagione. Al 25' è pareggio. Quando il Napoli non è supponente non ce n'è per nessuno. Gatti, Bucchi, fiammata di De Zerbi: controllo e sinistro da 10 metri. La ripresa è azzurra, i giallorossi del sud sono alle corde. Basta con azioni barocche, meglio rinunciare all'ossessivo possesso palla e attaccare con grinta. Arrivano grappoli di gol sbagliati. Al 10' De Zerbi segna, ma il guardalinee fa annullare, doppio palo di Bogliacino e ancora De Zerbi che, solo in area, spedisce a lato cadendo nell'egoismo del giocatore di razza: poteva servire Dalla Bona in ottima posizione. Papadopulo spara tutte le cartucce, ma ne risente il reparto avanzato, Reja invece manda nella mischia i più offensivi Trotta e Sosa. Il fiato però è corto, le squadre, svuotate di forza e lucidità, aspettano la fine.