I due giallorossi convocati separatamente dalla società
Il giorno dopo il tentativo di Rosella Sensi di seppellire un caso bollente, Spalletti ammette che Totti e Mancini non vanno d'amore e d'accordo. Sul campo si scambiano il pallone a meraviglia, ma la tensione tra due pilastri fondamentali della Roma è oggettiva. Un dissidio nato tanti mesi fa e che si è acuito recentemente a causa di vicende personali. «Qualcosa di vero c'è» spiega l'allenatore, dimostrando coraggio e onestà. «In qualsiasi gruppo possono nascere delle incomprensioni. Due anni fa a Castelrotto - racconta Spalletti - ci fu un piccolo screzio, durante una partita, che si portarono dentro lo spogliatoio e lì non fece seguito il necessario confronto. Siccome sono due ragazzi sensibili e orgogliosi, parlai diverse volte con loro e mi rispondevano che non c'erano problemi. Ma si vedeva che c'era qualcosa che dava loro fastidio». Poi il tecnico veste i panni del pompiere e guarda al risvolto positivo. «Mi fido della loro intelligenza e poi basta vedere gli assist fatti l'uno per l'altro. Questa situazione non ha intaccato il gruppo e non rischia di farlo». Lo sconfinamento del caso al di fuori dello spogliatoio ha reso inevitabile l'intervento della società. Venerdì mattina, Pradè e Bruno Conti hanno chiamato a rapporto i due giocatori. Nessun confronto diretto, però: Totti e Mancini si sono presentati separatamente davanti agli occhi dei dirigenti. Entrambi hanno assicurato che non sono condizionati più di tanto dalla vicenda e che proveranno ad «amarsi» di più davanti ai riflettori. «Anche loro si sono scocciati di questa situazione - prosegue Spalletti - e vi faranno vedere che le cose non stanno così. Loro si rispettano, si salutano dentro lo spogliatoio e anche i compagni hanno scherzato su questa cosa». Se uno dei due segnerà oggi a Messina c'è da scommettere sull'abbraccio dell'altro. Ma il dissidio con Totti non può che mettere in discussione il futuro di Mancini, anche se Spalletti si dice convinto del contrario. «Amantino è un ragazzo per bene, ma ogni tanto c'è il rischio ogni tanto che questi bravi ragazzi vengano distratti da qualcuno un po' più furbetto che gli da' dei consigli... ». Se poi il «furbetto» si chiama Cassano spesso è meglio non dargli retta.