«Roma, ci divertiremo»
..lo».Risata fragorosa in sala stampa. E il volto di Elena Turra diventa blu. «Ma forse è meglio che non lo dico agli arbitri... ». Benvenuto a Roma, Christian Wilhelmsson. Che sia un tipo un po' «sonato», per dirla alla romana, si capisce subito. «Gradirei domande sul calcio» ripete a chi prova a stuzzicarlo, spostando la discussione su temi che hanno ben poco a che fare col rettangolo verde di gioco. Tentativo lecito, perché il neo giallorosso è un personaggio che ha fatto parlare di sé non solo per le gesta sul campo. Ma Spalletti, che lo ha conosciuto a Udine durante un provino, ha avallato il suo acquisto senza perplessità. Questione di settimane e scopriremo se Wilhelmsson riuscirà ad avere i «comportamenti giusti». Intanto ieri ha vissuto la sua prima giornata da romanista. È arrivato a Trigoria in tarda mattinata, accompagnato dalla splendida modella svedese Oksana Andersson, per la quale ha scaricato la precedente compagna Caroline Akansson. Nel pomeriggio si è prestato alle foto con la maglia numero 4, poi la scoppiettante presentazione ufficiale e un allenamento in solitudine sotto gli occhi di Spalletti e il preparatore Bertelli. Infine una sortita a Roma Channel dove ha salutato con il classico «Forza Roma». «Non ho un carattere difficile - spiega l'esterno - e non ho mai avuto problemi. A Nantes è cambiato l'allenatore e ci sono state delle difficoltà. Ma non ho chiesto di andare via: ho valutato le proposte e ho scelto i giallorossi». Vietato nominare il suo amico Ibrahimovic. «Non rispondo a domande su di lui: sono qui per parlare di me. Ci siamo sentiti al telefono, come fanno tutti gli amici. La nostra sfida scudetto? È una domanda per lui». Niente da fare, neanche quando gli chiedono quanti tatuaggi abbia. «Ah, una domanda sul calcio...» fa notare all'interprete seduta al suo fianco. «Ne avrò sei o sette, non sono sicuro». Lo chiamano «Chippen», secondo qualcuno per la sua passione per il golf (il «chip» è un colpo di questo sport), secondo altri è riferito ai «chippendales dancers», ovvero i ballerini spogliarellisti. «Basta con queste cose, ora mi concentro solo sul calcio. È una storia lunga, prima o poi la spiegherò. Intanto potete continuare a chiamarmi Chippen o Christian». Non parla neanche delle sue qualità tecniche. «Devono farlo gli altri, io preferisco dimostrare il mio valore sul campo. Posso giocare sia a destra che a sinistra. Sono molto felice di essere arrivato alla Roma e non vedo dare il mio contributo. Ho già il ritmo di gara nelle gambe e posso cominciare da subito». Della Capitale conosce già qualcosa. I tifosi, ad esempio. «Non vedo l'ora di incontrarli. A loro dico che ci divertiremo e che aspetto con ansia il derby. E poi qui c'è un grande tecnico come Spalletti, Totti che è un giocatore fantastico e tanti altri bravi calciatori. Alla panchina non ci penso ma non sarà un problema se dovessi finirci. Ho scelto la Roma perché è in corsa per lo scudetto e la Champions (dove può giocare a differenza di Tavano, ndr). Il Lione? Non ha punti deboli e sarà difficile batterlo». Come sarà difficile farsi perdonare quel 2-2 «biscottato» tra Svezia e Danimarca che eliminò gli azzurri dall'Europeo 2004. Lui c'era, «ma non ho ricevuto compensi dai danesi per quel pareggio... ». Ieri la Roma ha spedito i documenti per il transfer, atteso tra oggi e domani a Trigoria. Così il nuovo giallorosso potrebbe esordire domenica a Messina, Spalletti permettendo. Se Wilhelmsson parlerà allo stesso modo sul campo, ci sarà da divertirsi. Il 4 febbraio c'è Inter-Roma, il suo amico Ibrahimovic è avvertito. Ma, per carità, non si può dire.