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Roma cade con onore col Panathinaikos nel match di Eurolega di basket

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Per entrare nella Top 16 serve un colpo esterno più il successo con Zagabria

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La chiave per provare a giocare contro una squadra che fa dell'opulenza il proprio credo, con una rosa talmente zeppa di talento da far rischiare l'indigestione, sarebbe stata quella di sbagliare il meno possibile, riducendo al lumicino i palloni persi e i momenti di scarsa concentrazione. Cosa riuscita in parte a Roma che in una partita contro un'avversaria di tale livello ha messo in mostra, impietosamente, tutti i suoi limiti, figli, vale ricordarlo, delle recidive scelte in sede di campagna acqusiti. Priva di muscoli (ma veramente non sarebbero serviti i centimetri di Moiso?) e con i soli Bodiorga, Hawkins ed in parte Chatman a poter predicare una pallacanestro simile in entrambi i lati del campo a quella degli avversari, la Virtus ci ha messo tanto cuore, cercando di aggredire fin dal primo pallone i portatori di palla avversari. Mossa che ha prodotto un paio di recuperi ma non ha stancato troppo i pensatori ellenici perché Zele Obradovic partito con il delizioso Diamatidis ha poi potuto alternarlo con Hatzivretsas e all'occorenza Vujanic e Becirovic. Beato lui, avrà pensato Repesa. Di sicuro lo hanno fatto i tifosi di Roma messi senza rispetto di fronte alla dura realtà del valore complessivo, per l'Eurolega, della propria squadra. Il Pana spesso è sembrato giocare come fa il gatto con il topo. Non ha certo vacillato per il vantaggino iniziale della squadra di Repesa, 11-10, propiziato da Hawkins, e ha cominciato a far sentire il peso della sua fisicità. L'errore della Virtus, che in difesa dove Tonolli ha gigateggiato la sua figura l'ha fatta, è stato quello di incorrere in errori evitabili in situazioni di superiorità numerica come quello di Giachetti che ha spedito un passaggio verso il solitario Bodiroga sbagliandolo di un metro e così Atene, facendosi beffa anche di un accennino di zona, ha chiuso avanti al 20' 26-34. Ma rientrata dallo spogliatoio Roma ha alzato di nuovo l'intensità difensiva, mettendo in partita, accanto ad Hawkins finalmente la versione migliore di Mire Chatman. Sei punti per il falco, cinque per il play e la partita si è riaperta (39-40) in meno di 3'. Il tempo per provare due volte la tripla del sorpasso, Bodiroga ed Hawkins, e Atene ha rimesso spazio tra se e la Virtus. Complice la rottura prolungata proprio del falco capace di perdere palloni dal peso enorme che hanno riportato il Pana avanti di otto (39-47). Ma evidentemente il clima di Eurolega riesce a raddoppiare le forze dei romani. Bodiroga (bizzarro che quando tutto il PalaEur, greci ed italiani assieme, lo appaludiva il parterre dei vip si sia astenuto) ha indicato la strada e il resto della squadra ci ha provato tanto che Garri ha di nuovo ricucito, con poco più di 6' da giocare fino al 56-58. Nel momento del massimo sforzo ci si sono messi anche gli arbitri (cosa succederà ad Atene per la Final Four?) e il sogno dell'impresa è svanito contro una zona trivellata da Siskauskas. C'è ancora speranza e si spera che la serata serva da lezione. Servono chili e qualità per giocare ad un certo livello. Il cuore non può bastare.

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