L'osservatorio
Il gelo tra Totti e Mancini resti fuori dal campo
Poi ecco l'antipasto della Coppa Italia: che vale poco o nulla, ma almeno consente di accostarsi con un minimo di rodaggio all'appuntamento con la ripresa del campionato, da domani ufficialmente in onda. Da queste parti, dove la parsimonia è all'ordine del giorno (altro che i conti astronomici di casa Inter che rischiano di creare qualche problemino comportamentale perfino a Massimo Moratti), basta poco per festeggiare, come avviene a Trigoria per l'approdo di un simpatico personaggio di nome Christian Wilhelmsson. Ventisettenne svedese, quasi quaranta presenze in Nazionale, qualche goliardata con l'imbarazzante complicità di un timido collegiale come Ibrahimovic, «Chippen» fa collezione (peggio per lui) di tatuaggi, ma anche (tanto meglio per lui) di affascinanti modelle, quanto basta per farlo apprezzare da una tifoseria sbarazzina come quella romanista. E mentre la Roma, incapace di concentrarsi a lungo prima di innamorarsi di se stessa e complicarsi, però neanche tanto, la qualificazione in Coppa Italia, si trova il tempo anche per un altro tipo di gossip, forse più innocuo all'apparenza però certamente più allarmante. Riguardante un tipo di coppia senza legami sentimentali, ma che il proprio rapporto professionale deve gestire sul campo, possibilmente in piena armonia. Si parla naturalmente del chiacchierato gelo tra Francesco Totti, alfiere e capitano, e un primattore di straordinario livello, tecnico e tattico, come Amantino Mancini. Proprio il match di mercoledì sera all'Olimpico ha riproposto all'attenzione l'evidente imbarazzo tra i due nella celebrazione dei gol, con i compagni altrettanto impacciati nel prendere posizione sull'uno o sull'altro fronte, bravo chi riesce a defilarsi sfuggendo a ogni possibile coinvolgimento. Di baci e abbracci, tra i due attori di questa sorta di telenovela, per altro assolutamente non nuova nella storia del calcio, non si parla neanche, evidente la bassa temperatura dei reciproci slanci. Si era detto che le possibili divergenze fossero da ricondurre alla vecchia amicizia tra Mancini e Cassano, con il quale invece il capitano è in rottura, nonostante la recente visita romana del barese a mamma Fiorella. Sembra una spiegazione molto riduttiva, visto anche che un possibile ritorno a Roma del talertino pugliese è pura utopia, però non è lecito ipotizzare altre fonti di screzio senza solide basi di riscontro. Ma quali che siano i motivi dell'attuale scarso affetto, la sola cosa realmente importante è che questi sentimenti reciproci siano rigorosamente confinati fuori dal campo e soprattutto fuori dallo spogliatoio. Il gioco della Roma è troppo legato agli estri creativi e alle giocate di questi due campioni, che del resto all'interno del prato continuano a deliziare i tifosi con i loro scambi eleganti e sofisticati, perché turbative di qualsiasi tipo ne avviliscano il livello. Luciano Spalletti è intelligente e saggio, saprà benissimo come gestire la vicenda ed evitare che lo spogliatoio, unito come mai era accaduto nel recente passato, non subisca contraccolpi. Non è importante che due compagni di squadra si amino, non è necessario neanche che si sorridano, magari a denti stretti, lo è invece che onorino il loro ruolo di professionisti. E che i loro pensieri più teneri li dedichino, insieme con i colpi di classe, ai tifosi: loro sì, innamorati persi senza riserve.