Obiettivo «doppietta»
Il primo passo è stato ritrovare la serenità, quando il rientro in gara non era che un'idea lontana, persa tra meandri di cavilli e confusione, e di giochi di potere più grandi dei ciclisti, che si consumavano (e consumano) sulle loro teste e di cui loro sono vittime e impotenti ingranaggi. Eppure col passare delle settimane, sempre più emergeva l'assurdità della sospensione di Basso e degli altri 57 corridori implicati in Operación Puerto: prove approssimative, ma soprattutto nessuna imputazione, da parte della magistratura spagnola che conduceva l'inchiesta, a carico dei corridori. La Procura Antidoping del Coni, esaminato il caso di Basso, ha chiuso la pratica con un non luogo a procedere. I giudici spagnoli hanno confermato che nessun procedimento poteva essere intentato ai danni del varesino. Addirittura il numero uno del Cio, Jacques Rogge, ha tuonato contro le resistenze che, in sede Uci e Pro Tour, si facevano nei confronti del ritorno alle gare di Basso. E allora è arrivato il momento di voltare pagina. Chiusa l'esperienza con la danese Csc, che aveva scaricato Ivan, il vincitore del Giro 2006 è approdato alla Discovery Channel, la squadra americana che fu di Armstrong e con cui il texano continua attivamente a collaborare. E con la nuova maglia, restituito finalmente al suo lavoro di corridore, sarà al via nella stagione del riscatto e della consacrazione. Partirà subito con idee bellicose, sin dalla Milano-Sanremo, il 24 marzo, prima del doppio impegno Giro-Tour, da correre entrambi con ambizioni di vittoria. Anche se, intervistato da RadioRai, Ivan ha dispensato la sua ben nota cautela: «Sono abituato a preparare un obiettivo alla volta. E dunque in testa ho già il bis al Giro d'Italia. E quando il Giro sarà finito a Milano, mi auguro in maglia rosa, dal giorno dopo comincerò a pensare al Tour de France». La doppietta è nelle sue corde, però, questo lo sa lui e lo sa chi ha puntato forte in lui, la Discovery di Armstrong: «Lance è un personaggio straordinario. So che da me, come il resto della squadra, si aspetta molto. Vogliono che io riprenda il discorso che s'è interrotto bruscamente: al Tour ero arrivato terzo, poi secondo. Manca il gradino più alto del podio. Ci proverò. È quello chiaramente l'obiettivo». Ma siccome la voglia di stupire non manca in Basso, ecco il colpo a sorpresa: la stagione di Ivan infatti non finirà con la Grande Boucle: «Preparerò il Mondiale a cronometro di Stoccarda di fine settembre. Ed in base a quel verdetto, capirò se potrò insistere in vista delle Olimpiadi del 2008. Diciamo che Stoccarda diventa un bivio per Pechino». Come dire: se il risultato nella prova iridata sarà lusinghiero, la stagione successiva sarà incentrata sull'appuntamento olimpico. In Federciclismo ci credono, Silvio Martinello, tra i più validi collaboratori del presidente Di Rocco, sta preparando con puntiglio l'intera operazione. Dalle lacrime di Strasburgo al sogno dei Giochi: chissà se ci sarà il lieto fine. Ma per ora è già un grande traguardo questo lieto intermezzo, fuori dagli incubi e verso nuovi orizzonti.