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Il ciclismo è vittima delle guerre tra i dirigenti

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Da anni pare che solo nel ciclismo ci si dopi: niente di più falso, ci si dopa ovunque, a livello professionistico. Semplicemente, i dirigenti degli altri sport sono molto più avveduti, ed evitano di sbattere il mostro in prima pagina, puntando a salvaguardare l'immagine delle loro discipline. Vigendo questo stato di cose, chi invece il famoso mostro in prima pagina lo sbatte, fa inevitabilmente la figura dell'unico marcio in un mondo di sani. E questo è ciò che avviene nel ciclismo, lo sport più controllato e - malgrado ciò - più nell'occhio del ciclone, ma i cui dirigenti continuano a usare l'antidoping come una clava per combattere le loro lotte di potere. Facciamo un esempio: degli oltre 200 sportivi coinvolti in Operación Puerto, non è emerso nessun nome dei tanti calciatori, tennisti, pugili, atleti di varie altre discipline implicati (e ce ne sarebbero di eccellenti, stando alle indiscrezioni): solo i ciclisti, che sono stati buttati nel calderone dai loro stessi dirigenti. A che pro? Azzardiamo: Basso e Ullrich, i principali coinvolti, sono due protagonisti dei grandi giri. L'Uci (Unione Ciclistica Internazionale) è in rotta di collisione con gli organizzatori dei grandi giri, che non vogliono più saperne del Pro Tour (la challenge che era nata per promuovere un ciclismo d'élite, e che invece promuove solo lauti guadagni alla stessa Uci, a fronte del soffocamento del resto del panorama); e allora colpendo i corridori che fanno grande il Giro o il Tour, indirettamente si colpiscono Giro o Tour. Che poi questa politica porti alla morte del ciclismo, col pubblico sempre più disaffezionato e lontano, pare non importare ai miopi dirigenti. L'ultima notizia è che Pat McQuaid, presidente Uci, ha accusato le federazioni italiana, francese e spagnola (scese al fianco di corridori e grandi giri contro l'Uci) di essere una mafia: parole assurde, che preludono altre fasi di uno scontro infinito. E nel frattempo, prepariamoci a un'altra stagione in trincea per il sempre più calpestato ciclismo. Mar. Gra.

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