di FRANCO BOVAIO TRA cinque giorni riparte la B più bella di sempre e le grandi stanno scaldando i motori ...
Tra loro il Genoa, che sabato sarà di scena a Pescara, dove è cambiata la società e si vuole cancellare lo 0 nella casella delle vittorie per lanciare la rincorsa ad una salvezza che ad oggi sembra un miraggio. Sulla panchina del Genoa siede Gasperini, uno che di cose pescaresi se ne intende, visto che da calciatore fu anche capitano della squadra biancoazzurra. «Tornare a Pescara mi regala sempre un'emozione particolare, perché lì ho vissuto cinque anni magnifici e perché ogni volta rivedo tanti amici e gente che conosco - ci dice - Col Pescara conquistai una promozione in A e vissi un periodo molto felice della mia carriera di calciatore, tanto che con la città è rimasto un legame molto forte». Quanto dispiace ad un grande ex come lei vedere il Pescara in queste tristi condizioni di classifica? «Moltissimo, ma purtroppo sta vivendo stagioni difficili già da un po', con ripescaggi e problemi vari che gli ha impedito di essere competitivo come una volta. Mi auguro che con la nuova società riesca a ritrovare la tranquillità per tornare a giocare con l'entusiasmo dei miei tempi, perché al di là del mio affetto personale Pescara è comunque una città che merita di avere l'importanza che ha sempre avuto nel panorama calcistico italiano». Magari dopo la partita col Genoa? «È ovvio, per noi si tratta di una gara troppo importante nella corsa verso la A e spero che l'effetto del cambio di società non si verifichi subito. Finora il Pescara ha avuto mille difficoltà, speriamo che non le risolva tutte insieme proprio contro di noi». Il suo vecchio Pescara sarà affamato di punti, anche se ad oggi sembra già spacciato. «Non credo che sia così, perché le possibilità di salvarsi ancora ci sono, visto che il campionato è molto lungo e con i tre punti a vittoria tutto è possibile, come dimostrano alcune grandi rimonte del passato. Di certo per noi sarà una gara molto difficile». Nella lotta promozione siete quattro grandi per tre posti, ma alcune belle realtà come Rimini e Piacenza non demordono. «È così. Al di là delle quattro grandi piazze che per pubblico, mentalità e interesse hanno qualcosa in più ci sono anche queste squadre che possono inserirsi. E non parlo solo di Rimini e Piacenza, ma anche di Mantova e Cesena. Poi molto dipenderà dal mercato di gennaio, in cui tutte si rinforzeranno e proveranno a fare il colpo che le lanci in classifica».